Pif racconta la storia delle sorelle Pilliu e di uno Stato che non sa reagire al sistema mafioso

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2021-05-25

Il conduttore, artista e sceneggiatore palermitano ha scritto un libro (a quattro mani con Marco Lillo) in cui racconta la battaglia di due sorelle sarde, trapiantate in Sicilia, contro un “affarista” in odor di mafia. Una lotta vinta, prima della beffa di Stato

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Un libro necessario, una storia necessaria per mettere in evidenza tutte le lacune dello Stato nella sua lotta contro il sistema mafioso. Una vicenda in cui le vittime, certificate proprio da quello stesso Stato, vengono beffate dal sistema stesso che invece di premiare la loro tenacia per aver affrontato (e sconfitto) quel mostro a tre teste che risponde al nome di “mafia”, sono state chiamate a pagare un risarcimento per dei soldi mai ricevuti da quell’uomo che ha tentato di rovinare la loro vita per una mera speculazione edilizia. La vicenda di Rosa e Savina Pilliu è stata raccontata da Pif e da Marco Lillo in un libro che deve essere letto.

Pif racconta la battaglia delle sorelle Pilliu contro la mafia, ma con uno Stato che “dorme”

Perché di mezzo non c’è solamente il sistema mafioso di un affarista che ha fatto di tutto – lo dicono le condanne – per ottenere quei terreni (in via del Bersagliere, a Palermo) su cui erano costruite le case in cui vivevano le due sorelle sarde. Un ruolo primario e beffardo lo ha anche lo Stato). E tutto questo è raccontato nel libro scritto a quattro mani da Pierfrancesco Diliberto e Marco Lillo.

 

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La vicenda inizia negli anni Novanta a Palermo, quando Pietro Lo Sicco decise di voler costruire una palazzina di sette piani in quel quartiere della zona Nord del capoluogo siciliano. Per poter tirar su quell’edificio ha fatto abbattere tutte quelle case poste sull’altro lato della strada. E ce la fece. In che modo? Prima le minacce – velate, ma neanche troppo -, poi dando vita a un sistema di corruzione, con il coinvolgimento di un assessore. Ma le sorelle Pilliu sono state tenaci e non hanno mai permesso all’imprenditore di portare avanti il proprio piano. E lo hanno fatto affidandosi allo Stato che, dopo una battaglia legale durata 30 anni, ha condannato Lo Sicco a 7 anni di reclusione per “associazione mafiosa” e a un risarcimento da 750mila euro nei confronti di quelle due donne.

 

Due donne che hanno abbattuto quel sistema di stampo mafioso, ma che poi sono state beffate dallo Stato. Perché Rosa e Savina Pilliu non hanno mai visto un centesimo di quel risarcimento comminato nei confronti dell’imprenditore, ma si sono viste recapitare a casa una cartella esattoriale da 23mila euro, cifra pari al 3% di quel risarcimento mai ricevuto. Le due sorelle, dunque, hanno combattuto e vinto contro la mafia, la corruzione e quel sistema marcio che gioca con la vita delle persone. Ma, alla fine, lo Stato ha rimesso in discussione quel sapore di giustizia rincorso per 30 lunghi anni.

(Foto IPP/Gioia Botteghi)

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