Perché Lucia Borgonzoni e la Lega sono gli ultimi a poter difendere la tradizione del tortellino

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-01

Oggi i leghisti si sono svegliati con il desiderio di “difendere la tradizione” del tortellino dall’offesa terribile di quelli che hanno inventato la variante al pollo. Ma i leghisti non solo non capiscono che i tortellini tradizionali e quelli “dell’accoglienza” possono coesistere benissimo, dimenticano pure di quando era Salvini ad attaccare e offendere le tradizioni emiliane con i tortellini al ragù di salsiccia

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«Snaturano anche i tortellini, pure di ammiccare all’Islam, che vergogna….questa per certi è integrazione, per me è un’offesa alle nostre tradizioni che nulla ha a che fare con l’integrazione» scrive su Facebook la senatrice leghista Lucia Borgonzoni. «E cosa dire del vescovo di Bologna che sta scatenando la bagarre a Bologna sui tortellini, perché il vescovo di Bologna ha proposto i tortellini senza maiale in nome del rispetto e dell’accoglienza», rilancia durante una diretta Facebook Matteo Salvini. Il caso del giorno per la Lega sono i tortellini senza carne di maiale il “tortellino dell’accoglienza” un’idea lanciata dall’arcivescovo Matteo Maria Zuppi per la festa di San Petronio.

Le custodi della tradizione che hanno inventato la ricetta che per la Lega è un’offesa alla tradizione

Secondo la senatrice Borgonzoni così si calpestano le tradizioni. Per Salvini è sbagliato “cambiare i tortellini”. Secondo Paola Lazzari Pallotti, presidente dell’Associazione Sfogline di Bologna e Provincia, ovvero l’associazione che tutela la tradizione del tortellino e della sfoglia invece la variante non è un tradimento: «lo potranno gustare tutti, sia chi non mangia il maiale per motivi religiosi come la persona più anziana che preferisce stare leggera». Ed è proprio l’Associazione ad aver messo a punto la ricetta, non certo un comitato di buonisti filo-islamici.

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Per la Borgonzoni se si voleva fornire un’alternativa sarebbe stato sufficiente proporre i tortelloni ricotta e spinaci, che sono “più Islam friendly”. Il “gran prevosto del tortellino” Alberto Salvadori (ovvero il presidente dell’Associazione del Tortellino) invita i Bolognesi a scioperare e a non mangiare il tortellino al pollo «per noi il tortellino è come il Leone di San Marco per i veneziani, intoccabile» mentre altri chef dicono che le contaminazioni sono le benvenute. In fondo non è certo la prima volta che si mette mano alla ricetta con varianti non tradizionali. Da qualche tempo vengono proposti tortellini al pesce, senza carne, alla robiola, al guanciale. Varianti che hanno fatto storcere il naso ai puristi senza che i leghisti si preoccupassero troppo. Forse perché di mezzo non c’era la religione e soprattutto l’accoglienza, un concetto indigesto per la Lega forse più che i tortellini al pollo. Ed infatti in molti scrivono che “quando vanno nei loro paesi” devono rispettare le loro usanze, la solita storiella di quelli che ogni volta che si inaugura una moschea chiedono di aprire una chiesa in Arabia Saudita (ma non vanno mai a farlo).

Quando Salvini insultava la tradizione e la Borgonzoni stava zitta

Il punto naturalmente è che nessuno è obbligato  a mangiare i tortellini al pollo. Nessun vuole dire addio alla ricetta tradizionale. Si offre semplicemente un’alternativa, un gesto per offrire a chi non mangia carne di maiale la possibilità di avvicinarsi alla festa dei bolognesi. E mentre la senatrice Borgonzoni ne approfitta per fare polemica dicendo è tutta colpa di quelli che hanno avuto l’idea di fare il tortellino al pollo per offendere la cultura di un’intera città Matteo Salvini se la prende con il vescovo e quelli che in nome dell’integrazione calpestano le tradizioni. Per il leader della Lega “aveva ragione Oriana Fallaci” quando diceva che il problema non è l’Islam ma quelli che qui da noi lo accolgono a braccia aperte.

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Eppure Salvini dovrebbe essere l’ultimo a parlare di rispetto delle tradizioni e tortellini da salvare nella loro autenticità. Perché l’ex Ministro dell’Interno a dicembre scorso fece arrabbiare tutti gli emiliani con un post su Facebook dove annunciava di essere in procinto di gustarsi un bel piattone di tortellini freschi emiliani e ragù con la salsiccia. Non sfuggirà certo ai custodi della tradizione come i tortellini vadano mangiati in brodo e non conditi con il ragù di salsiccia. Ma chissà come mai la senatrice Borgonzoni non ha scritto all’epoca che Salvini “offendeva un’intera città”. Da parte sua il capo della Lega stuzzicava “i professoroni di sinistra”, quando in realtà è la Lega che si presenta ovunque come custode delle tradizioni. Due pesi e due misure quindi. Perché il problema non è il rispetto della tradizione – se volete i tortellini tradizionali potete continuare a mangiarli – ma la paura dell’accoglienza. La Lega e la destra sovranista italiana si ostina a non capire che nessuna tradizione è immutabile ma che è agita dalle persone che vi partecipano. E soprattutto non capisce un concetto molto semplice: tortellini “tradizionali” e tortellini “dell’accoglienza” possono coesistere. Proprio come cittadini italiani e cittadini di origine straniera. E forse è questo il vero problema.

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