Perché le donne reagiscono meglio al Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-29

Il tasso di letalità del Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 è superiore negli uomini anche se la prevalenza delle infezioni (del 57,6% fra gli uomini) supera di poco quella femminile

article-post

I dati italiani confermano quelli cinesi: il tasso di letalità del Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 è superiore negli uomini anche se la prevalenza delle infezioni (del 57,6% fra gli uomini) supera di poco quella femminile. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, spiega oggi il Corriere della Sera, succede lo stesso a livello internazionale: «Fra le donne c’è una mortalità fortemente ridotta. Diverse sono le ipotesi». Per Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità «andranno fatti studi immunologici per capire se, come credo, la risposta immunitaria ha un ruolo importante. Lo stesso accade per giovani e bambini, fra i quali si è registrata una bassa incidenza di COVIDE-19. Hanno un sistema di difesa più plasmabile, pronto a combattere virus Ignoti».

Perché le donne reagiscono meglio al Coronavirus

Spiega oggi Margherita De Bac che per Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità «andranno fatti studi immunologici per capire se, come credo, la risposta immunitaria ha un ruolo importante. Lo stesso accade per giovani e bambini, fra i quali si è registrata una bassa incidenza di COVIDE-19. Hanno un sistema di difesa più plasmabile, pronto a combattere virus ignoti».

«Notiamo una risposta a questo virus più forte in ogni età. Può essere dovuto sia alla risposta immunitaria innata sia a quella acquisita», osserva Elena Ortona, direttore del Centro di riferimento per la medicina di genere dell’Istituto Superiore di Sanità, immunologa. Il rapporto di eventi infausti uomo-donna è di 3 a 1 e permane nella vita, si inverte dopo i 90 anni quando le donne, più longeve, sono più rappresentate. «Il virus penetra nelle cellule attraverso un recettore, l’ACE 2, una proteina chiave che ha anche una funzione protettiva del polmone. Nelle donne l’ACE 2 viene espresso in maggiore quantità grazie agli estrogeni, il cui effetto permane anche quando con la menopausa la produzione rallenta». Uno dei filoni di ricerca riguarda l’eventuale azione delle terapie ormonali sostitutive.

coronavirus numeri 28 marzo
Il Coronavirus in Italia: i numeri del 28 marzo 2020 (Corriere della Sera, 29 marzo 2020)

Non è tutto: la genetica potrebbe avere un ruolo rispetto alle differenze di genere che nella reazione al Covid-19.

«È una ipotesi su cui stiamo lavorando nell’ambito di un progetto che punta alla comprensione dei meccanismi biologici alla base delle diverse risposte individuale», spiega Giuseppe Novelli, genetista dell’università di Tor Vergata, coordinatore di un consorzio Europa-Asia costituito con i finanziamenti Ue e dell’industria farmaceutica, il Gefa-Covid (fattori genetici del Covid). Secondo Novelli «il recettore principale del virus è localizzato sul cromosoma X e potrebbe influenzare le differenze di genere. Le donne ne hanno due quindi potrebbero avere una maggiore resistenza all’infezione perché dispongono di una maggiore variabilità di risposta». Inoltre «potrebbero manifestare forme diverse della porta di ingresso del virus in alcune cellule e quindi rendere la sua penetrazione più difficile».

E il fumo? Uno studio cinese pubblicato su China CDC Weekly ha escluso il legame. In Cina il tasso di letalità, secondo gli autori dell’articolo, è stato del 4,7% negli uomini e del 2,8% nelle donne.

Leggi anche: Cos’è l’indice di contagio R0 e perché è importante nell’emergenza Coronavirus

Potrebbe interessarti anche