Il Pd riporta in Senato il ddl Zan (e Letta stavolta si dice pronto a trattare)

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-05-05

Il Partito democratico ha ri-presentato in Senato, a prima firma Simona Malpezzi, il testo del ddl Zan: stavolta il segretario Enrico Letta si è detto disponibile a maggiori aperture per evitare che venga affossato come nell’ottobre 2021

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Sei mesi dopo l’affossamento in Senato, il ddl Zan viene ripresentato a Palazzo Madama, e ha come prima firmataria la capogruppo del Pd Simona Malpezzi. Era il 27 ottobre 2021 quando l’Aula, con 154 favorevoli, 131 contrari e 2 astenuti, votò il “non passaggio all’esame degli articoli”, su proposta di Lega e Fratelli d’Italia: la cosiddetta “tagliola” che fu raggiunta con l’ausilio di diversi franchi tiratori e che sembrava aver posto per sempre la parola “fine” sul disegno di legge contro l’omotransfobia. Il testo depositato ieri dal Partito democratico ricalca quello votato dalla Camera prima di naufragare a Palazzo Madama ed approda in Parlamento soltanto adesso perché l’articolo 76 del Senato prevede che non possano essere assegnati “alle competenti Commissioni disegni di legge che riproducano sostanzialmente il contenuto di disegni di legge precedentemente respinti, se non siano trascorsi sei mesi dalla data della reiezione”.

Il Pd riporta in Senato il ddl Zan (e Letta stavolta si dice pronto a trattare)

Ora il ddl seguirà l’iter classico di approvazione: verrà discusso ed emendato in Commissione, poi passerà al voto dell’Aula per poi fare la “navetta” verso Montecitorio. Questa volta, però, il segretario dem Enrico Letta si è detto disposto a fare maggiori concessioni ai partiti che vorranno partecipare alla discussione, memore del fallimento della politica rigida portata avanti lo scorso anno, che lo ha portato a schiantarsi contro il voto segreto in Senato. “Non mettiamo ultimatum – ha dichiarato Letta – e non ci muoviamo in una logica di sfida, ma di offerta. È una grande occasione per recuperare il rapporto con una parte del Paese”, quella che reputa urgente una legge contro l’omotransfobia.

Lo spettro della scadenza della legislatura

Sull’approvazione però pesa e non poco la scadenza della legislatura: ipotizzando che la maggioranza tenga – e non è scontato visto le recenti tensioni soprattutto tra Movimento 5 Stelle e governo sulle armi all’Ucraina – il Parlamento verrà rinnovato nel marzo 2023: approvare una legge così delicata in così poco tempo sarebbe, per stessa ammissione della senatrice dem Monica Cirinnà, “un miracolo”. Il Pd ha organizzato tre agorà “per riaprire la discussione sui temi e sulla praticabilità in Parlamento del percorso del ddl Zan”: il 14 maggio a Milano, il 21 maggio a Palermo e il 28 maggio a Padova.

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