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Il passeggero della Costa Concordia che verrà risarcito con 92mila euro per il naufragio
neXtQuotidiano 27/12/2021
Un passeggero che si trovava a bordo della Costa Concordia la notte del naufragio, il 13 gennaio 2012, verrà risarcito dall’azienda per il danno da stress post traumatico. Lo ha stabilito la Sezione I Civile del Tribunale di Genova
Ernesto Carusotti era uno dei passeggeri della Costa Concordia quando la notte del 13 gennaio 2012 la nave si inclinò a largo dell’Isola del Giglio. Una sentenza della Sezione I Civile del Tribunale di Genova ha accolto in pieno le tesi del Codacons, che lo difendeva, riconoscendo le responsabilità di Costa Crociere e il danno da stress post-traumatico subito dal naufrago a causa dell’incidente, condannando l’azienda a risarcirlo con circa 92.700 euro, di cui 77mila per i danni patrimoniali e non subìti a causa del naufragio, e 15.700 euro di spese legali.
Il passeggero della Costa Concordia risarcito per il naufragio
“La responsabilità che interessa in questa sede – si legge nella sentenza – è quella per le lesioni lamentate dall’attore, ovvero il disturbo post traumatico da stress (quale lesione della salute) e il danno da esperienza stressante (connesso alle particolari circostanze in cui la vittima visse il naufragio). Nel caso attuale eventuali colpe in fase di salvataggio dal naufragio non eliminano la responsabilità di chi risponda del naufragio stesso. Carusotti avrebbe potuto evitare il trauma scendendo regolarmente a mare con la prima scialuppa, l’esperienza stressante sarebbe stata di certo almeno molto minore forse in danno biologico non vi sarebbe stato. Ma tutto ciò che accadde in concreto a Carusotti dipese anche dal naufragio, che è fatto di reato di cui Costa risponde. Non vi è bisogno di altro”.
“Si tratta di una importantissima vittoria per il Codacons – esulta l’associazione – che fin da subito aveva sostenuto le responsabilità di Costa Crociere per l’incidente avvenuto all’Isola del Giglio, e la totale incongruità degli indennizzi riconosciuti dalla società ai naufraghi della Concordia”.
Il giudice ha infatti valutato che le procedure di salvataggio non furono attuate correttamente. “Il nucleo centrale della citazione e delle difese – spiega la sentenza – pare orientato a far constare che, anche in presenza del naufragio, lo stesso avrebbe potuto essere meglio gestito, senza danno per l’attore”.