Pasquale “Bin Laden” Zagaria: il boss scarcerato perché malato e a rischio COVID-19

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-25

Secondo il provvedimento i magistrati di sorveglianza, per evitare la scarcerazione di Pasquale Zagaria, hanno anche chiesto il suo eventuale trasferimento al Dap in un altro istituto penitenziario, attrezzato per la tipologia di trattamenti di cui aveva bisogno ma “dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – si legge nel provvedimento della Sorveglianza – non è giunta risposta alcuna…”

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Pasquale “Bin Laden” Zagaria, boss dei casalesi e fratello di Michele, è stato scarcerato ieri dal tribunale di sorveglianza di Sassari perché gravemente malato – ha un tumore alla vescica, l’impossibilità di avere cure adeguate nei sistemi sanitari e degli istituti di pena sardi –ma anche perché la permanenza in cella, sia pure al 41-bis, lo esporrebbe al rischio COVID-19.

Pasquale “Bin Laden” Zagaria: il boss scarcerato perché malato e a rischio COVID-19

Nel provvedimento del Tribunale di Sorveglianza che accoglie l’istanza di differimento del la pena di Pasquale Zagaria, condannato a 21 anni di reclusione, emergono tre dettagli. Il primo è che il Dap dal 9 aprile non ha risposto in tempo alla domanda se Zagaria fosse curabile in un altro carcere e il Tribunale ha deciso in mancanza di notizie sul punto. Il secondo è che “è irrilevante accertare se sussistano casi di contagio all’interno dell’istituto”. Il terzo è che Zagaria andrà a trascorrere i domiciliari in una zona ad alto contagio. A Pontevico (Brescia), dove sono morte 22 donne in una casa per disabili. La moglie di Zagaria vive lì. Sul caso il ministro Bonafede ha disposto ispezioni.

pasquale bin laden zagaria 1

Secondo il provvedimento i magistrati di sorveglianza, per evitare la scarcerazione di Pasquale Zagaria, hanno anche chiesto il suo eventuale trasferimento al Dap in un altro istituto penitenziario, attrezzato per la tipologia di trattamenti di cui aveva bisogno ma “dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – si legge nel provvedimento della Sorveglianza – non è giunta risposta alcuna…”. La pena di Zagaria è passata in giudicato lo scorso 23 marzo. Zagaria venne arrestato nel giugno del 2007 ed è considerato dagli inquirenti la mente economica del clan, dopo aver trasferito il settore di maggior interesse dei Casalesi, il cemento, a Parma, città nella quale, grazie a lui, la cosca ha pilotato l’aggiudicazione di appalti a ditte ‘amiche’. Lo scorso anno il magistrato di sorveglianza di Cuneo aveva ridotto di 210 giorni la sua pena (che dovrebbe scontare entro il 2027) accogliendo l’istanza dei suoi difensori per aver subito un trattamento inumano nei periodi di detenzioni trascorsi a Poggioreale, Cuneo, Lecce e Nuoro.

La risposta del DAP su Zagaria

Il DAP in una nota ha risposto ieri sera che il Tribunale di Sorveglianza di Sassari “è stato costantemente informato delle attività degli uffici dell’Amministrazione Penitenziaria per trovare al detenuto Pasquale Zagaria una collocazione compatibile col suo stato di salute. Tutti i passaggi che si stavano compiendo sono stati oggetto di comunicazione al Tribunale di Sorveglianza, con almeno tre messaggi di posta elettronica, ultimo dei quali risalente allo scorso 23 aprile”.

zagari bonafede ministero

L’amministrazione penitenziaria cerca di correre ai ripari per il futuro, con una circolare ai direttori degli istituti che punta a far passare al vaglio delle procure antimafia le istanze dei boss. Sorte diversa da Zagaria per Nitto Santapaola, 81 anni, detto “il cacciatore”, rinchiuso nel carcere di Opera. “E’ ristretto in regime di 41bis” e “quindi in celle singole e con tutte le limitazioni del predetto regime che lo proteggono dal rischio di contagio”: questa la motivazione con cui il giudice della Sorveglianza di Milano ha bocciato la richiesta di differimento pena ai domiciliari per motivi di salute del capomafia.

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