Paola Muraro, i TMB Nuovo Salario e Rocca Cencia (e l'ironia della sorte)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-12-14

Per la procura l’assessora è tra i responsabili delle esalazioni e dei miasmi provenienti dai Tmb di Rocca Cencia e di via Salaria. Ironia della sorte: nei comitati di quartiere che lottano contro i due impianti fanno parte anche molti attivisti del MoVimento 5 Stelle

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L’avviso di garanzia a Paola Muraro ha comportato le dimissioni dell’assessora all’ambiente della giunta guidata dalla sindaca Virginia Raggi. Che la Muraro fosse sotto indagine lo si sapeva già da luglio così come era noto che la Muraro (che ricordiamolo, è stata “presentata” ai Cinque Stelle da Laura Puppato) abbia lavorato proprio per dodici anni per AMA. Consulente, ha ripetuto più volte senza saper nemmeno quantificare quanto ha percepito da AMA, ma secondo i PM tra il 2010 e il 2016 l’ex assessora ha svolto anche un ruolo dirigenziale.

Le responsabilità di Paola Muraro secondo la procura

I capi d’imputazione sono cinque per violazione dell’articolo 256 comma 4 legge 2006 (reati ambientali); nell’avviso di garanzia si legge che la Muraro avrebbe “operato una gestione dei rifiuti in violazione delle prescrizioni delle autorizzazioni riguardanti la gestione degli impianti stessi per quanto in particolare concerne le percentuali di trasformazione dei rifiuti in ingresso in CDR, FOS e Scarti di lavorazione per gli anni 2010-2015, distintamente per l’impianto Rocca Cencia e Salario“. Sempre dalle indagini emerge che tra il 2014 e il 2015 gli scarti di lavorazione (dei rifiuti) che costituiscono la componente non recuperabile era pari al 41,8% per l’impianto di Rocca Cencia e al 52% per quello di via Salaria; si tratta di percentuali “notevolmente superiori al limite pari al 25% previsto dal decreto”. In sostanza quindi i due Tmb non lavoravano nei limiti di quanto previsto dalla legge. Se tenete conto che quando lavorava per AMA Muraro era era referente Ippc (un protocollo internazionale sulla qualità dei rifiuti) e aveva in sostanza il compito di controllare sul tipo di qualità del rifiuto in entrata e in uscita in modo che fossero conformi all’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) si tratta di un’accusa davvero pesante. Anche perché emerge che i due impianti (Rocca Cencia e Salario) non hanno assolutamente lavorato al meglio, tutt’altro: il pavimento dell’impianto di Rocca Cencia non era stato impermeabilizzato in modo da evitare che uno sversamento accidentale dei rifiuti permeasse nel terreno sosttostante. Questo è quello che è scritto nell’avviso di garanzia:

Essendo risultato all’atto dell’ispezione che nelle aree impiantistiche non erano state mantenute efficienti le pavimentazioni in modo da essere impermeabili a eventuali rifiuti liquidi sversati accidentalmente nelle aree di movimentazione dei mezzi di trasporto.

Poi ci sono le canalette di scolo delle acque piovane ostruite dai rifiuti e addirittura il fatto che la porzione degli stabilimenti destinata allo stoccaggio della Frazione organica stabilizzata (ovvero il prodotto risultante dal trattamento che avviene all’interno dei Tmb) non fosse adeguatamente confinata:

con possibile dispersione di polveri e sostanze maleodoranti verso l’esterno, in quanto il varco di accesso pedonale era tenuto intenzionalmente aperto con residui di Fos vanificando così la funzione delle porte a impacchettamento rapido verticale

 

Cosa volevano fare Raggi e Muraro al Tmb di Via Salaria? 

Ed è proprio questa una delle cause degli odori e della puzza dei quali gli abitanti dei quartieri limitrofi ai due Tmb si lamentano da anni. Una situazione analoga infatti è stata riscontrata anche al Tmb Salario dove “veniva accertata la sostituzione di un portone a impacchettamento rapido con un telo in pvc di colore verde tale da non garantire il confinamento delle polveri”. Insomma, una situazione di incuria e mancato rispetto delle normative che ha contribuito a rendere irrespirabile l’aria circostante. Lo sanno bene gli abitanti dei quartieri facenti parti del Municipio VI (per Rocca Cencia) e del Municipio III (per l’impianto di Via Salaria) che in questi anni si sono riuniti in comitati (animati proprio da esponenti del MoVimento 5 Stelle) proprio per denunciare il tanfo che proveniva dagli impianti di trattamento dell’immondizia. Ma non solo, questo è anche uno dei motivi per cui Ignazio Marino aveva annunciato l’intenzione di voler chiudere almeno il Tmb Salario. Quell’impianto in realtà non è mai stato chiuso (a parte per un breve periodo nel 2015 in seguito ad un incendio) ma questo no ha impedito alla Raggi di dire che il Tmb Salario e quello di Rocca Cencia andavano rimessi in funzione. Ma i risultati dell’inchiesta e le accuse mosse alla Muraro stridono ancor di più se messe a confronto con alcune dichiarazioni fatte dall’assessora nell’agosto scorso (più o meno in concomitanza dopo l’annuncio trionfale di aver ripulito Roma dalla monnezza a ferragosto). Il 22 agosto la Muraro infatti parlava di riconversione del Tmb per farlo diventare un polo tecnologico (ma sempre un centro per lo smaltimento per i rifiuti) spiegando che si sarebbe potuto fare anche prima:

Adesso il Tmb Salario è svuotato ed abbiamo mantenuto la promessa insieme ad Ama ma si poteva fare anche prima. Per questo impianto prevediamo una riconversione: non sarà più un Tmb. Diventerà un polo tecnologico perché da qui usciranno materiali, quindi ‘end of waste’ e sarà il fiore all’ occhiello di Roma. Questa è la nostra promessa, lo faremo ma ci vogliono i tempi tecnici ed ai cittadini chiediamo di essere pazienti. Noi non prenderemo in giro nessuno

Muraro non aveva rinunciato a prendersela con Fortini (ex presidente di AMA che pure aveva firmato un accordo per il trasferimento all’estero di una quota parte dell’indifferenziato) e con l’amministrazione precedente, spiegando che erano i rifiuti maleodoranti in entrata (e non le procedure di stoccaggio) ad essere la causa dei miasmi:

Ciò che non hanno detto Fortini e l’amministrazione precedente è che andava cambiata l’autorizzazione e noi lo faremo presentando la richiesta entro dicembre. Fatto il primo step, qui non entrerà più rifiuto umido indifferenziato maleodorante. I tempi non li posso dettare perché è una questione di autorizzazione con la Regione

Ma la dichiarazione della Raggi circa la riattivazione degli impianti – non smentita da Muraro –  aveva smorzato gli entusiasmi e lasciato i cittadini con il dubbio su cosa volessero effettivamente fare sindaco e assessora. La risposta è arrivata qualche giorno fa con il famoso spazza-tour con gli agguati tra i cassonetti organizzati da Raggi e Muraro alla ricerca di proprietari di frigoriferi e divani abbandonati. Ma in tutto questo rimane il dato che i due Tmb non sono stati chiusi e continuano a funzionare, questo nonostante Muraro sapesse quali fossero le criticità, se non altro per aver lavorato per AMA per così tanti anni. A questo va aggiunta la bocciatura da parte della maggioranza M5S di una mozione presentata dalla Lista Marchini in Consiglio del Terzo Municipio nella quale si chiedeva che i cittadini della zona potessero partecipare alla conferenza dei servizi relativa alla proroga AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) che consentirebbe di tenere aperto il Tmb Salario fino al 2021 (per l’impianto di via Salaria l’autorizzazione scadrebbe il 31 marzo 2016). Sempre al Terzo Municipio a metà novembre la consigliera nonché presidente Cinque Stelle della Commissione Ambiente municipale Francesca Burri aveva proposto l’aumento dei turni dell’impianto di via Salaria 981 da due al giorno per cinque giorni a tre al giorno per sette giorni in modo da smaltire più rapidamente i rifiuti e contrastare le esalazioni. Mozione a sua volta respinta dai Cinque Stelle su indicazione della Presidente Roberta Capoccioni. Eppure già nella mozione della Burri (si può leggere qui) veniva evidenziato come il problema delle esalazioni provenienti dall’impianto di Trattamento Biologico Meccanico di via Salaria fossero da riferirsi ad un non corretto funzionamento dello stesso. Le indagini della procura di Roma sembrerebbero certificare proprio come al di là del problema della gestione dei rifiuti sia a Rocca Cencia sia al Salario gli impianti non stessero lavorando in maniera corretta e idonea ad evitare la propagazione dei miasmi.
 

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