Palermo, ucciso alla Vucciria il figlio di un condannato per mafia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-05-31

La vittima è Emanuele Burgio, 26 anni, freddato con alcuni colpi di arma da fuoco

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Una sparatoria a pochi passi dallo storico mercato della Vucciria. Così, questa notte, ha perso la vita Emanuele Burgio. Il 26enne, che non risulta avere precedenti penali, è figlio di un uomo già condannato per mafia. Da chiarire la dinamica di quanto successo in una delle zone centrali della movida del capoluogo siciliano. Al momento, infatti, non risultano esserci testimoni oculari. Ora si attendono i filmati delle telecamere si video-sorveglianza installate nella zona.

Emanuele Burgio, 26enne ucciso in una sparatoria alla Vucciria di Palermo

Il giovane è stato freddato con alcuni colpi di arma da fuoco in via dei Cassari, la strada che porta allo storico e iconico mercato palermitano della Vucciria. Il 26enne è stato immediatamente soccorso dal personale del 118, ma per lui non c’è stato nulla da fare. Troppo gravi le ferite e le lesioni riportate. Poco dopo esser giunto in ospedale, infatti, i medici hanno dovuto constatare il suo decesso. Secondo quanto riportato da AdnKronos, poco dopo la notizia della sparatoria, centinaia di persone si sono recate all’esterno del nosocomio. Poi, quando si è saputo del suo decesso, ci sono state scene di disperazione e lacrime.

Nel frattempo le forze dell’ordine hanno verificato la presenza di testimoni sul luogo della sparatoria, ma per il momento nessuno si è fatto avanti. Per questo motivo sono state sentite anche persone vicine a Emanuele Burgio (tra parenti e amici) per provare a ricostruire eventuali tensioni o minacce ricevute dal giovane nei giorni precedenti al suo omicidio.

Come riporta il Giornale di Sicilia, la vittima non avrebbe avuto precedenti penali. Suo padre era stato coinvolto in un’indagine – denominata operazione Hybris – del luglio 2011. Dopo il processo, l’uomo era stato condannato a nove anni di reclusione (con sentenza definitiva) per mafia: secondo le accuse, infatti, Luigi Burgio era il “tesoriere” delle famiglie-clan di Palermo centro.

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