Il palazzo occupato da 14 famiglie rom in via dei Lauri a Centocelle

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-11-12

Alcuni nuclei del campo rom di via del Salone sono entrati in uno stabile assegnato a 23 famiglie associate nella cooperativa Inventare l’abitare. L’occupazione è nata perché il 10 novembre a via del Salone, sono stati distrutti da un incendio doloso i container. Ora gli assegnatari sono in presidio fuori dal palazzo

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Un gruppo di famiglie di etnia rom ha occupato uno stabile in via dei Lauri 15 a Centocelle. 14 famiglie provenienti dal campo di via del Salone si è stabilita in un palazzo che appartiene al Comune di Roma: tra loro 4 donne in stato di gravidanza e 22 bambini. I cittadini assegnatari dello stabile – che stavano ristrutturando grazie alla legge sull’autorecupero – si sono visti così chiudere le porte degli appartamenti in via di realizzazione. L’assegnazione dello stabile alle 23 famiglie è avvenuta nel 2003, dopo che le famiglie si sono associate in cooperativa, “Inventare l’abitare”, per recuperare lo stabile che, per legge, rimane di proprietà del Comune. Una parte dei lavori, quelli esterni e gli allacci di luce e gas, spettano al Comune.

Il palazzo occupato da famiglie rom in via dei Lauri a Centocelle

L’occupazione è nata perché la mattina del 10 novembre, sempre a via del Salone, sono stati distrutti da un incendio doloso, i container dove abitava la famiglia di Najo Adzovic, già storico portavoce del Campo Casilino 900 e delegato del sindaco Gianni Alemanno ai rapporti con i rom: “Abbiamo saputo solo a cose fatte che c’era l’accordo tra il Comune e la cooperativa su questo stabile”. Nei giorni precedenti, ai margini del campo erano stati affissi striscioni con minacce rivolte all’interà comunità a firma Coordinamento d’Azione IV Municipio. La scritta recitava le parole: “Basta roghi, volete la guerra? noi siamo pronti”.
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“Il comune di Roma – spiegano dalla cooperativa Inventare l’abitare – avrebbe dovuto terminare i lavori nel 2008 e invece oggi, a quasi 10 anni di distanza, questi sono ben al di là dall’essere conclusi. Con la nuova Giunta la musica non è cambiata: la cooperativa ha avuto un incontro lo scorso 10 ottobre con l’assessore Gatta dove è stato deciso che una delegazione tecnica sarebbe venuta a controllare gli ultimi lavori da fare nello stabile di via dei Lauri e che a breve sarebbe stato consegnato alla cooperativa. Il risultato è stato che il 10 novembre ci sarebbe dovuto essere il secondo incontro. Cosa che non è avvenuta e nell’incontro con Gatta avevamo denunciato la possibilità di occupazione visto che erano arrivate delle segnalazioni. Vogliamo essere chiari con l’amministrazione comunale: è ridicolo ritrovarsi, dopo anni di lotte, a presidiare per tutta la notte la propria casa dove ancora non si può entrare, e fare da cuscinetto tra la forza pubblica e nuovi occupanti per una ennesima situazione che non può essere risolta con un semplice sgombero.

L’occupazione di via dei Lauri

In via dei Lauri sono arrivati i vigili, la polizia, la sala operativa sociale. “Ci sono all’interno”, fa sapere il comandante del V gruppo Prenestino Mario De Sclavis, “trenta persone. Metà sono donne, gli altri bambini e ragazzini. Due donne sono incinte, una necessita di cure, un’altra ha partorito da 10 giorni”. Non è arrivato invece il presidente del V municipio Giovanni Boccuzzi che ha fatto sapere di essere impegnato in una domenica in famiglia, racconta RomaToday.
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Gli operatori hanno formulato proposte di presa in carico delle fragilità presso il circuito di accoglienza capitolino, che sono state, tuttavia, rifiutate, fanno sapere le assessore di Roma Capitale al Patrimonio e alle Politiche abitative, Rosalba Castiglione, e alle Infrastrutture, Margherita Gatta.

Il quartiere e lo sgombero

«L’occupazione di una stabile è un fatto illegale, è vero, ma invochiamo lo stato di necessità e l’urgenza di chiudere i campi garantendo inclusione abitativa per tutte le famiglie», fa sapere Nazione Rom, che punta il dito sulla sindaca di Roma: «Virginia Raggi deve incontrare la comunità di Roma. Il suo “piano Rom” è, ad oggi, un autentico fallimento. Una autentica truffa. Il piano va riscritto insieme ai cittadini Rom, ai delegati espressi dai campi di tutta la città, da Salone, dal Camping River, da Castel Romano a Salviati».
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Anche la cooperativa Inventare l’abitare non ci sta a combattere “una guerra fra poveri” e si rivolge al sindaco di Roma. Si tratta di una “situazione paradossale”, spiegano gli assegnatari dello stabile: “Abbiamo trovato le nostre future abitazioni occupate da famiglie a loro volta in difficoltà abitativa. Questo accade grazie ai ritardi colpevoli dell’amministrazione comunale (proprietaria dell’immobile) che si riempie la bocca di progetti di autorecupero, ma non fa nulla per completarli”.
Foto di: Nazione Rom

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