Top e flop: le pagelle della quarta serata di Sanremo 2022 di Iacopo Melio

di Iacopo Melio

Pubblicato il 2022-02-05

La serata dei duetti di Sanremo 2022: ecco i voti delle pagelle

article-post

Ieri alla quarta serata quello che per molti, stampa in primis, è l’appuntamento più atteso del Festivàl: la competizione a suon di omaggi e cover, talvolta in collaborazione con altri artisti. Non potevano dunque mancare le pagelle di Next Quotidiano: sarò rapido e conciso concentrandomi solo sui concorrenti…

Top e flop: le pagelle della quarta serata di Sanremo 2022 di Iacopo Melio

NOEMI (“You Make Me Feel Like a Woman”, di Aretha Frankylin) = Equilibrio tra delicatezza e grinta, col suo graffiato ci sguazza benissimo. La bravura però lascia poco spazio alle emozioni, un po’ come la bimba che a Natale esegue a memoria la poesia per i parenti. [VOTO 7]

GIOVANNI TRUPPI (“Nella mia ora di libertà”, di Fabrizio De André) con Vinicio Capossela = Giova’, davvero, io ti ho preso pure al FantaSanremo, credo tantissimo in te. Però, pure tu, mi tocchi De André, eddai. Io capisco le buone intenzioni, la furbata di chiamare Capossela e Pagani, che poi siete stati pure bravi, lo ammetto, però… De André, io non riesco. Mi dispiace. Spero mi perdonerai. [VOTO 7,5 generosissimo scritto a occhi chiusi per non soffrire troppo]

YUMAN (“My way”, di Frank Sinatra) con Rita Marcotulli = Finalmente capiamo cosa dice (o non lo capiamo, ma stavolta almeno possiamo dare colpa all’inglese). Bravo, ma non basta un bel timbro a emozionare come Sinatra. [VOTO 6+]

LE VIBRAZIONI (“Live and let die”, di Paul McCartney) con Sofia and The Giants = L’Ariston è letteralmente esploso per la presenza di Beppe Vessicchio e nessuno c’ha capito più niente, me compreso [VOTO non pervenuto]

SANGIOVANNI (“A muso duro”, di Pierangelo Bertoli) con Fiorella Mannoia = Una gran bella emozione vedere una promessa giovanissima insieme alla regina delle interpreti, e soprattutto GRAZIE Sangio per NON aver cambiato il testo, GRAZIE. Niente da dire. [VOTO 9]

EMMA (“Baby one more time”, di Britney Spears) con Francesca Michielin = Non c’è storia, loro due insieme sono una bomba e hanno ricordato chi è che sa prendersi il palco diventando due giganti sempre dalla parte giusta. [VOTO 8]

GIANNI MORANDI e Jovanotti (Medley con Mousse T) = Si presentano con le loro canzoni e fanno la cosa più importante che potessero fare e che non tutti, purtroppo, sanno fare: si divertono, come due amici storici che fanno festa dopo tanto tempo. Iconici. [VOTO 7,5]

ELISA (“What a feeling”, di Irene Cara) = Anche stavolta, che je devi di’? La sua voce viene da un altro pianeta, mentre Elena D’Amario intorno volteggia leggera: bravissime e bellissime. Tutto al posto giusto. [VOTO 9,5]

ACHILLE LAURO (“Sei bellissima”, con Loredana Bertè) = Lauro in ginocchio che omaggia la Berté, cantandole sottovoce che è bellissima, e lei che lo accarezza con tutta la dolcezza del mondo prima di ricordare a tutti il potere immutabile della sua voce. Una sorpresa, un regalo, una magia. Un momento di commozione pura. [VOTO 10]

MATTEO ROMANO (“Your songs”, di Elton John) con Malika Ayane = Bravo, semplice e pulito come è lui, con l’aria da genero ideale di ogni suocera: in più porta una canzone meravigliosa insieme a Malika che, cosa vuoi dirle? Perfetta come sempre. Bravi e belli davvero. [VOTO 8,5]

IRAMA (“La mia storia tra le dita”, con Gianluca Grignani) = Spettacolo pessimo, e questo è un dato di fatto. Grignani si è confermato la solita bomba a orologeria che mette ansia fino all’ultimo: tenta di far cantare l’Ariston ma non riuscendoci prende a correre ovunque toccando qua e là spalle e mani, con un equilibrio discutibile come la sua intonazione. Peggiore, comunque, è stato lo spettacolo parallelo che si è visto sui social: commenti offensivi, denigratori, ridicolizzanti verso una persona in difficoltà, con un evidente bisogno di aiuto e non di dileggio. Un artista che, non solo con quella splendida canzone, rimane per molti un pezzo bello di storia della musica, e un momento di difficoltà personale non può cancellare tutto, semmai dovrebbe portare a una presa comune di coscienza e, possibilmente, a una risoluzione. Immensa tristezza. [VOTO 4 a tutti quanti]

DITONELLAPIAGA e RETTORE (“Nessuno mi può giudicare”, di Caterina Caselli) = Rispetto la loro richiesta. [VOTO non giudicante]

IVA ZANICCHI (“Canzone”, di Don Backy e Detto Mariano) = Lo so che è poco galante ricordarlo ma a volte serve: ha 82 anni. Ottantadue. Basta questo. Brava Iva! [VOTO 7+]

ANA MENA (Medley con Rocco Hunt) = Mah. [VOTO viva Alan Sorrenti e che odio quando cambiano i testi alle canzoni]

LA RAPPRESENTANTE DI LISTA (“Be my baby”, di The Ronettes) con Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra = Sul palco ci portano tutto il partito intero, per fiondarci verso un altro pianeta. Non sono per tutti, nemmeno per il sottoscritto, ma fanno comune la roba più figa di tutti, resuscitando una generazione pop-psichedelica che tanto manca. [VOTO 8]

MASSIMO RANIERI (“Anna verrà”, di Pino Daniele) con Nek = Con gran rispetto per Pino, ma dopo un momento come quello de La rappresentante di lista, che ci ha lasciati in un trip di arcobaleni e unicorni queer, non si è pronti ad accogliere una struggente poesia cantata con questa malinconia credibile. Bravi, ma troppo convenzionali. [VOTO 6,5]

MICHELE BRAVI (“Io vorrei, non vorrei ma se vuoi”, di Lucio Battisti) = Più volte impreciso, forse non adatto a questa canzone… Ma chi se ne frega! Delicato come solo lui sa essere, e “gioca sporco” col ricordo dei nonni. Esibizione preziosa. [VOTO 7]

MAHMOOD e BLANCO (“Il cielo in una stanza”, di Gino Paoli) = Sorvolando sulle lacrime (per le risate, almeno stavolta) quando scappano dietro Amadeus durante il loro lancio, dandogli un bacino sul collo… Non c’è molto da aggiungere, solo da ascoltare: le loro voci si sono intrecciate alla perfezione anche stavolta, nonostante Paoli necessiti di una maturità che per forza di cose in loro non c’è. Approvati. [VOTO 8+]

RKOMI (Medley Vasco Rossi) con Calibro 35 = Siamo seri: la scusa del rock non vale, perché il rock è altro, e per mettersi in mostra e gonfiare l’ego ci sono le sfilate, Instagram, il Trono della De Filippi o perfino OnlyFans. Almeno avesse detto “Ehhhh” cantando Vasco. Almeno. E invece no, le flessioni davanti ai fotografi. [VOTO 5]

AKA7EVEN (“Cambiare”, di Alex Baroni) con Arisa = Una delle esibizioni più belle: bella la sintonia, bella la presenza, bello l’omaggio a Baroni che torna a Sanremo dopo venticinque anni. E poi Arisa, unica e leggera come sempre. [VOTO 8,5]

HIGHSNOB e HU (“Mi sono innamorato di Te”, di Luigi Tenco) con Mr Rain = Troppo coraggioso portare Tenco, quasi più di De André: un peso insostenibile anche per tre persone insieme. E infatti, per me crolla tutto. [VOTO 4,5]

DARGEN D’AMICO (“La bambola”, di Patty Pravo) = La parte più bella, dopo aver quasi ammesso di essere un cane a cantare, ringraziando l’orchestra, è lui che non vuole uscire di scena e tenta un pippone sulle votazioni del Presidente della Repubblica facendo subito impanicare Amadeus. Sempre più punti simpatia! [VOTO 7]

GIUSY FERRERI (“Io vivrò senza te”, di Lucio Battisti) con Andy dei Bluvertigo = Senza megafono è ormai un malus dell’esibizione stessa, quest’anno. [VOTO 6,5]

FABRIZIO MORO (“Uomini soli”, dei Pooh) = Anche se non ha detto “Dio delle cittuuuaaaæææ” l’ha fatta comunque sua e l’ha calzata a pennello. [VOTO 7,5]

TANANAI (“A far l’amore comincia tu”, di Raffaella Carrà) con Rose Chemical = Non lo so. Ho l’impressione che volessero sapere di novità, di progresso e avanguardia, di trasgressione fluida… E invece son finiti per scopiazzare qualcosa di già visto e rivisto, senza manco un bel bacio alle una di notte. Non si fa così. O bene, o niente. [VOTO 6 politico]

LE CINQUE FOTO MIGLIORI:

pagelle quarta serata sanremo 2022 1

 

pagelle quarta serata sanremo 2022 1

pagelle quarta serata sanremo 2022 2

Potrebbe interessarti anche