Orsini si sente un combattente che ha vinto tutto in due mesi | VIDEO

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2022-04-25

Il professore di sociologia della Luiss, ospite di Massimo Giletti, auto-celebra le sue gesta e annuncia la sua attuale vittoria contro i “nemici vigliacchi”

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“Ho vinto”. Nel corso della sua intervista con Massimo Giletti, Alessandro Orsini auto-celebra il suo “trionfo”. Una vittoria, secondo lui, a livello culturale contro quegli avversari definiti “vigliacchi”. Il professore di sociologia della Luiss mette a centro della scena sé stesso e ribadisce una posizione “dominante” rispetto a quella di coloro i quali, nel corso delle settimane in cui è stato ospite in moltissime trasmissioni televisive, hanno criticato le sue posizioni.

Orsini si sente un combattente che ha vinto tutto in due mesi

Massimo Giletti esordisce con un paragone con gli “eretici al rogo”. Insomma, una introduzione per sottolineare come Orsini non sia ben visto da parte dell’opinione pubblica. Ma questo tipo di descrizione (tra l’altro, il professore è ospite fisso di molti programmi fin dall’inizio dell’invasione russa e della guerra contro l’Ucraina) non è piaciuta al docente di sociologia.

“Non mi riconosco nell’immagine dell’eretico sul rogo perché è un’immagine che indica debolezza. A volte gli eretici imploravano pietà, mentre io mi sento un combattente nel mondo della cultura. E dopo due mesi io sento di aver sconfitto tutti i miei nemici. Se lei guarda quello che mi è successo negli ultimi due mesi e passa in rassegna i nomi di coloro i quali mi hanno calunniato, che hanno cercato di impedirmi di andare in Rai, che hanno cercato di falsificare le mie parole: io tutte queste persone le ho sconfitte. Quindi, è possibile che io questa battaglia la perderò. Non posso immaginare i miei avversari che cosa faranno, perché sono prevalentemente dei grandissimi vigliacchi e delle persone molto scorrette. È possibile che, alla fine, io perderò questa battaglia, ma in questo momento io sono assolutamente dominante nel campo di battaglia che è la cultura. L’immagine del rogo, quindi, non è esattamente quella che corrisponde a quello che sono e a quello che sto facendo”.

Un linguaggio ricco di metafore belliche, per chi auto-celebra la sua “vittoria” e il suo predominio culturale.

(foto e video: da “Non è L’Arena”, La7)

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