Orsini sarebbe afflitto da un suo eventuale ingresso in Parlamento (come politico) | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-23

Il Professore di Sociologia, consueto ospite dell’intervista di Massimo Giletti a “Non è L’Arena”, rivendica le sue dichiarazioni che sono state riprese, solo 60 giorni dopo, da Conte e Salvini. E spiega perché non è pronto a una carriera da parlamentare

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Non scenderà in politica e non si candiderà con nessun partito alle prossime elezioni per la scelta del Parlamento. Inoltre rivendica il fatto di esser stato lasciato solo per due mesi e che alcuni leader politici (Matteo Salvini e Giuseppe Conte) si sono accorti della validità delle sue argomentazioni sulla guerra in Ucraina solamente dopo 60 giorni. Alessandro Orsini, ospite della canonica intervista di Massimo Giletti a “Non è L’Arena”, ha spiegato i motivi che lo portano ad allontanare dalla sua mente la possibilità di entrare in Parlamento da deputato o senatore della Repubblica.

Orsini e l’afflizione in caso di ingresso in Parlamento

Il conduttore di “Non è L’Arena” sottolinea come il vociare continuo di una discesa in campo (politicamente parlando) di Alessandro Orsini sia continuo e si sia intensificato nel corso delle ultime settimane. Ma il professore di Sociologia sembra avere altre priorità:

“Il mio ingresso in Parlamento sarebbe un’afflizione profondissima per me, perché mi impedirebbe di studiare per cinque anni. Siccome il senso della mia vita è studiare, scrivere libri, fare ricerca e insegnare, il mio ingresso in Parlamento è semplicemente inimmaginabile da questo punto di vista”.

Non c’è spazio, dunque, per una candidatura. Ma ce n’è per la rivendicazione di quei pensieri espressi fin dall’alba del 24 febbraio, quando i militari russi – su ordine di Vladimir Putin – hanno iniziato la loro invasione e la guerra in Ucraina:

“Io sono uno studioso e mi limito ai fatti. I fatti sono che io ho detto delle cose il 24 febbraio e le ho dette in perfetta solitudine per 60 giorni. Dopo 60 giorni quelle cose hanno iniziato a dirle anche Salvini e Conte. Siccome esistono delle registrazioni, lei può fare delle comparazioni e mettere a confronto quello che io ho iniziato a dire il 24 febbraio con quello che si dice adesso in Parlamento”.

Insomma, l’ha detto prima lui e difende la proprietà intellettuale di quel discorso che ora sembra aver fatto breccia nel cuore di Matteo Salvini e Giuseppe Conte. Ma non scenderà in politica. In caso contrario, ci saranno le registrazioni di questa intervista a “Non è L’Arena”.

(foto e video: da “Non è L’Arena“, La7)

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