Opinioni
Quanto dobbiamo preoccuparci questa estate delle nuove varianti Omicron?
Michele Grio 11/06/2022
L’incidenza dei contagi sta tornando a salire in Italia: abbiamo chiesto al dottor Michele Grio di fare chiarezza sulla situazione
Le ultime settimane hanno fatto registrare un improvviso incremento dei contagi in Portogallo ed in Germania, riportando l’attenzione mediatica sul Coronavirus, con cui in Italia stiamo provando a convivere il più possibile. La diffusione delle ultime varianti, la Omicron 4 e la 5 soprattutto, sta causando la stragrande maggioranza di casi clinici lievi simil-influenzali o anche privi di sintomi, ed un limitato numero di casi gravi ed anche mortali tra i soggetti non sottoposti a ciclo vaccinale completo e resi fragili da patologie pregresse. In ospedale abbiamo dovuto aprire e poi richiudere, ciclicamente, le Rianimazioni COVID+, per fornire, per lo più invano, il supporto vitale ai pochi pazienti gravi di questo periodo; i reparti di degenza per gli altri pazienti COVID+ non hanno invece mai chiuso i battenti, ed anzi la loro presenza è sempre di più considerata normale.
La barra principale continua ad essere rappresentata dalle misure di contenimento del contagio e di distanziamento sociale, nonché dal completamento dei cicli vaccinali per i pazienti più fragili, a rischio anche e soprattutto con le nuove varianti, molto più contagiose e non completamente sensibili agli effetti delle vaccinazioni pregresse (anche se rimane incontrovertibile il dato irrilevante di pazienti gravi tra la popolazione completamente vaccinata).
In Portogallo, i contagi si sono recentemente triplicati, costringendo le autorità sanitarie a riportare a nord la bussola dell’attenzione della popolazione generale ad una questione che troppo spesso viene coniugata al passato. Questa impennata non deve preoccuparci, ma deve farci riflettere sul fatto che la convivenza con il virus è ancora lontana dall’essere perfetta e compiuta, ed in futuro saranno molteplici i tentativi di rialzare la testa, grazie alle tante strategie adattative che sono proprie dei virus. Anche l’estate scorsa avevamo avuto la sensazione che finalmente avremmo potuto camminare a braccetto con il nemico, ma ci eravamo purtroppo ingannati. Abbassare la guardia per stare più tranquilli ci consentirà solamente di avere la vana sensazione di esserlo. Il Coronavirus sta mutando e si sta diffondendo con le varianti più adatte alla sua stessa sopravvivenza, e di certo continuerà a farlo: ignorare questa indiscussa realtà non farà altro che moltiplicare i picchi di malattia e di ospedalizzazioni. L’esperienza fatta ci mette senz’altro nelle condizioni di affrontarli con ragionevole efficacia, assecondando l’endemicità che rimane il più auspicabile degli scenari aperti al nostro orizzonte.
In Germania sta iniziando ad impennarsi analogamente la curva della sesta ondata, proprio a causa della diffusione della più contagiosa variante Omicron 5, la cui prevalenza è in fase di crescita rispetto alle altre varianti, mettendo in allarme preventivo le autorità sanitarie tedesche, impegnate nel tentativo di monitorare e gestire gli effetti della situazione in divenire.
L’estate in Italia trascorrerà spensierata come quella passata, ma l’abitudine di molti all’utilizzo della mascherina e all’igienizzazione frequente delle mani, insieme alla ricerca che prosegue nei suoi studi sui nuovi vaccini ci consentiranno di trovarci pronti all’appuntamento epidemico d’autunno, che quasi certamente porterà il Coronavirus a rispondere la presenza all’appello. Nelle prossime settimane, accanto alle notizie di calciomercato, attendiamo con ansia anche i risultati sull’efficacia dei vaccini sulle nuove varianti, come la scoperta progressiva di nuove armi che avremo la possibilità di impiegare per raggiungere la vittoria, che difficilmente, come per l’influenza, sarà assoluta, ma che senz’altro sarà ottima e soprattutto nostra.