Le chat che incastrano l’ex fidanzato di Carol Maltesi, “uccisa e fatta” a pezzi a Borno

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-29

Qualcuno aveva risposto dal telefono di Charlotte Angie ad alcuni messaggi di un giornalista di una testata locale, ma la donna era già morta da oltre un mese e mezzo, assassinata a Borno

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Diversi giorni dopo l’omicidio di Carol Maltesi, l’attrice hard conosciuta anche con il nome “Charlotte Angie”, qualcuno ha usato il suo cellulare per rispondere ad alcuni messaggi su Whatsapp arrivati da un giornalista della testata locale Bsnews. Nei messaggi il cronista dice di voler verificare con lei una notizia, vale a dire scoprire – sembra paradossale a dirsi – se la persona con la quale credeva di star parlando fosse ancora in vita, visto che gli investigatori avevano trovato sul corpo rinvenuto a Borno, comune in provincia di Brescia, alcuni tatuaggi compatibili con quelli dell’attrice. Dall’altro capo del telefono c’è una certa reticenza ad accettare una telefonata o semplicemente ad inviare un audio che potesse fugare ogni dubbio su chi stesse rispondendo. “Non ho tempo adesso per i giornalisti e per spiegare perché ho lasciato il porno”, è la scusa utilizzata.

Le chat che incastrano l’ex fidanzato di Charlotte Angie, “uccisa e fatta a pezzi” a Borno

Chat che sono finite sul tavolo della Procura, che ha convocato e interrogato l’ex fidanzato della donna, Davide Fontana. Questa mattina il 43enne è stato oggetto di un provvedimento di fermo dopo aver confessato di aver “ucciso, messo nel congelatore e poi fatto a pezzi” la vittima, prima di gettarne i resti in un dirupo. Il ritrovamento è avvenuto grazie ad un cittadino del luogo che, accortosi della presenza di quattro bustoni neri utilizzati per la spazzatura, ne aveva aperto uno, rinvenendo pezzi di cadavere umano ed in particolare una mano di donna. I due vivevano a Rescaldina, in provincia di Milano. Fontana durante l’interrogatorio ha detto di conoscere Maltesi e di sapere che era intenzionata a lasciare il mondo del porno. Da qui la decisione dei carabinieri di andare più a fondo nelle indagini, fino alla confessione. Agli inquirenti ha detto che a gennaio scorso l’ha colpita alla testa durante un litigio, e di aver conservato il suo corpo per oltre un mese e mezzo prima di sbarazzarsene.

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