«L’omeopatia non funziona e non è una cura»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-23

L’imprenditore della Sanità Nicola Bedin, 42 anni, ha deciso di chiamare a raccolta le strutture ospedaliere che bandiscono le cure omeopatiche tra le loro mura sul sito www.no-omeopatia.it

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L’omeopatia funziona o no? La risposta è una: no. L’imprenditore della Sanità Nicola Bedin, 42 anni, ha deciso di chiamare a raccolta le strutture ospedaliere che bandiscono le cure omeopatiche tra le loro mura. Così sulla home del sito www.no-omeopatia.it, pubblico da oggi, campeggia la frase del premio Nobel Rita Levi Montalcini: «L’omeopatia è una non cura,potenzialmente pericolosa, perché sottrae i pazienti da cure valide». Tra le adesioni, anche quelle di movimenti scientifici come il Patto per la Scienza e la Fondazione Gimbe. Bedin dopo un passato da manager ai vertici del Gruppo ospedaliero San Donato e del San Raffaele di Milano, all’inizio del 2018 ha fondato la società Lifenet Healthcare che oggi conta tra le sue proprietà il Piccole Figlie Hospital di Parma, gli ambulatori polispecialistici del Centro Medico Visconti di Modrone di Milano, del CeMeDi di Torino e del Lazzaro Spallanzani di Reggio Emilia, le due cliniche oculistiche Eyecare.

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L’omeopatia in Italia (Corriere della Sera, 23 novembre 2019)

Oggi parla della sua battaglia con il Corriere della Sera:

«Credo anzi che sia un’iniziativa doverosa. Abbiamo il dovere di rispettare le persone malate, e non esporre i meno informati al rischio di confondere questa pratica con terapie efficaci. Chi vuole utilizzare preparati omeopatici è libero di farlo. Ma non deve succedere in ospedali e ambulatori medici».

L’omeopatia però è diffusa.
«Aggiungo che oggi i preparati omeopatici in Italia sono fiscalmente detraibili. La Fondazione Gimbe ha stimato che questo provoca uno spreco di risorse pubbliche pari a 50 milioni l’anno. Questi 50 milioni potrebbero invece essere impiegati in modo virtuoso, risolvendo un problema come la carenza di medici. Si potrebbero formare duemila nuovi specializzandi. I posti oggi sono ottomila: diventerebbero diecimila, il 25% in più. Se si ha a cuore il futuro del Paese non si può non fare questi ragionamenti».

L’homepage del nuovo sito si apre con la frase di Rita Levi Montalcini “L’omeopatia è una non cura, potenzialmente pericolosa, perché sottrae i pazienti da cure valide”. “‘No Omeopatia’ – si legge sul sito – è una iniziativa che accomuna ospedali e ambulatori, pubblici o privati, nei quali non si pratica l’omeopatia in quanto disciplina priva di una comprovata efficacia terapeutica, con il rischio per i meno informati di essere considerata sostitutiva alle cure vere e proprie”. E ancora: “L’omeopatia non ha efficacia scientificamente dimostrata, tuttavia esistono casi in Italia di ospedali ed ambulatori presso i quali questa disciplina viene tuttora praticata. Questa circostanza non tutela il paziente perché lo espone colpevolmente alla possibilità di essere disinformato, e ancor peggio fuorviato, con potenziali conseguenze nefaste nel caso in cui sia indotto a trascurare cure di comprovata efficacia”. Sull’homepage viene anche citata la recente dichiarazione della Federazione nazionale degli Ordini dei medici: “Allo stato attuale non ci sono prove scientifiche né plausibilità biologica che dimostrino la fondatezza delle teorie omeopatiche secondo i canoni classici della ricerca scientifica. Infatti, diversi studi condotti con una metodologia rigorosa hanno evidenziato che nessuna patologia ottiene miglioramenti o guarigioni grazie ai rimedi omeopatici. Nella migliore delle ipotesi gli effetti sono simili a quelli che si ottengono con un placebo”.

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