La storia di Nza: sarà accolta (e operata) a Napoli la bambina che rischia di morire per un pianto

di Lorenzo Tosa

Pubblicato il 2022-02-09

La bimba irachena di nove mesi, nata con un difetto cardiaco multiplo, potrebbe atterrare a Capodichino già venerdì e poi essere ricoverata

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Uno squarcio di luce alla fine di un incubo durato 9 mesi. Potrebbe accendersi venerdì pomeriggio, a Napoli, quando Nza Obaid Hama sbarcherà all’aeroporto di Capodichino, per sottoporsi a un’operazione a cuore aperto che potrebbe salvarle la vita. Tutto merito di Stay Human, un’associazione umanitaria con sede a Pesaro, e di Francesco Perna, vigile del fuoco volontario napoletano, che in poche settimane sono riusciti a raccogliere le risorse necessarie per concretizzare il miracolo.

La storia di Nza: sarà accolta (e operata) a Napoli la bambina che rischia di morire per un pianto

Tutto ha inizio nove mesi fa in Iraq. E’ qui che è nata Nza nel maggio del 2021 con un grave difetto cardiaco multiplo. Quando è venuta al mondo, i medici le hanno dato pochi mesi di vita appena. Sarebbe servita un’operazione urgente a cuore aperto, se non fosse per un particolare: Nza e la sua famiglia sono curdi, un’etnia discriminata, perseguitata in Iraq, al punto da impedirle anche solo di raggiungere la capitale Baghdad e di accedere alle cure mediche che avrebbero potuto salvarle la vita. Ai genitori di Nza non è rimasto altro da fare che fuggire. Minsk, la capitale della Bielorussia, la loro prima meta. Il Paese geograficamente più vicino alle porte dell’Europa, vero obiettivo della famiglia Obaid Hama, l’unica speranza per Nza di ricevere quell’operazione di cui avrebbe bisogno. Sono partiti quasi subito, in aereo, grazie a un visto turistico, nel tentativo poi di superare a piedi il confine con la Polonia. Ma qui, invece della terra promessa, si sono trovati davanti a un muro di filo spinato, presidiato dalla polizia di frontiera polacca. Quello che era nato come un viaggio della speranza in breve si è trasformato in un incubo.

L’inferno al confine tra Bielorussia e Polonia

“Il visto in breve è scaduto, la Bielorussia non ha riconosciuto loro l’asilo politico e la famiglia di Nza si sono ritrovati di colpo clandestini” racconta Perna. “Da ormai tre mesi vivono nascosti nei boschi in totale clandestinità, nel freddo dell’inverno, in accampamenti di fortuna. Per sei volte hanno cercato di attraversare la foresta che divide Bielorussia e Polonia, ma sia la mamma che il papà sono sempre finiti per essere massacrati a sangue dalla polizia di frontiera. E, nella loro stessa situazione, ci sono altre 1500 persone almeno, tutti afghani e iracheni, respinti al confine polacco in condizioni al limite della sopravvivenza, nelle mani di un supporto illegale che, dietro compenso, garantisce loro tende, cibo e acqua”.

La bambina che rischia di morire per un pianto

Poi, all’improvviso, la svolta. Stay Human, l’associazione di cui fa parte Perna, viene a conoscenza del caso grazie a una rete internazionale di cui fanno parte anche Medici senza frontiere e la Croce rossa. La storia di Nza non è solo commovente, ma anche drammaticamente urgente. Il 25 gennaio un certificato medico firmato da Msf certifica come la piccola sia affetta da “Tetralogia di Fallot con significativa ipoplasia dell’anello valvolare”. E aggiungono: “Il difetto cardiaco multiplo comporta una ridotta ossigenazione del sangue, instaura un circolo vizioso intracardiaco che tende a peggiorare col tempo diminuendo l’efficacia cardiaca, e si manifesta con una sintomatologia caratterizzata da crisi asfittiche, mancanza di fiato, colorito bluastro, difficoltà ad alimentarsi e ridotta ossigenazione dei tessuti soprattutto durante il pianto, che può comportare crisi compulsive e talvolta decesso improvviso”. Tradotto? Nza rischia di morire semplicemente per un banale pianto, come quello di milioni di bambini.

“La situazione è talmente grave che la bambina potrebbe morire anche solo per aver messo un dento” chiarisce Perna. “Per questo, tra i tanti casi attenzionati, ci siamo resi conto subito di quanto fosse urgente. Ogni giorno può rivelarsi prezioso e fare la differenza tra la vita e la morte. Lo abbiamo fatto subito presente al Ministero degli Esteri, che si sono attivati in modo rapido presentandoci le possibili opzioni dal punto di vista burocratico. Abbiamo scelto di rivolgerci alla Regione Campania per un’operazione d’urgenza, e la Regione ieri ha deliberato che si assumeranno non solo i costi dell’operazione ma anche il vitto e l’alloggio per l’intera famiglia per 45 giorni, il tempo del visto per motivo medico, dopodiché bisognerà capire quali strade percorrere.”

Uno straordinario lavoro di squadra

Ieri, intanto, l’ambasciatore italiano a Minsk Mario Baldi ha ricevuto la documentazione necessaria sul caso da parte della Farnesina e ora si attende solo il rilascio del visto per permettere a Nza e ai suoi genitori di lasciare il Paese e raggiungere Istanbul, da dove un volo li dovrebbe condurre a Napoli già nel pomeriggio di venerdì, e di lì all’immediato ricovero di Nza all’ospedale Monaldi del capoluogo campano. La bambina sarà affidata alle cure del reparto di Cardiochirurgia pediatrica e delle Cardiopatie congenite del primario dottor Guido Oppido, una vera e propria eccellenza in questo tipo di patologie. Ma il lavoro di Stay Human e di Perna è, in realtà, solo all’inizio.

“In attesa che la Regione copri le spese più importanti, abbiamo coperto i 3000 euro di spese di volo grazie alla generosità di donazioni spontanee, e poi gli compreremo vestiti, scarpe, indumenti intimi, spazzolino. Arrivano dal nulla e sono privi di qualsiasi cosa. A cui si aggiungono le difficoltà linguistiche: i genitori di Nza non parlano nessuna lingua ad eccezione del Sorani, dialetto curdo del nord dell’Iraq”.

Ma è solo un dettaglio trascurabile in una storia che, tra pochi giorni, potrebbe definitivamente concludersi nel modo migliore, con quell’operazione al cuore che potrebbe cambiare per sempre la storia di Nza e della sua famiglia. Merito del lavoro straordinario di Stay Human, di Medici Senza Frontiere, di Francesco Perna, e la collaborazione imprescindibile delle istituzioni, dal Ministero degli Esteri alla Regione Campania e al grande cuore dei napoletani, di chi ha unito le forze per dare una nuova, ultima, speranza a questa bambina. Il finale migliore possibile per l’ennesimo dramma senza fine.

 

 

 

 

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