Attualità
La Nutella è fatta con nocciole raccolte da bambini?
di Armando Michel Patacchiola
Pubblicato il 2019-09-19
Lo scoop della BBC sui bambini che raccolgono nocciole in Turchia poi vendute a grandi aziende come la Ferrero. E la replica dell’azienda produttrice della Nutella
Mani piccine, equilibrio precario. Veloci come fantasmi. Sgattaiolano via nei sottoboschi delle montagne turche e lungo la costa del mar Nero, dove viene raccolto il 70 percento delle forniture di nocciole del pianeta. Mustafa e Mohammed hanno 12 e 10 anni e lavorano illegalmente nella raccolta delle nocciole assieme ai loro parenti. La sera, stanchi, trascinano verso casa un lungo sacco di nocciole molto pesante. «Devono abituarsi dice Kazim Yaman, un sessantenne contadino. Questa scena ad agosto non è inusuale a Ordu, nel nord est della Turchia, la città che coltiva più nocciole al mondo. È quasi un rito di iniziazione al lavoro, voluto dai genitori, che insistono che i propri figli lavorino e guadagnino denaro. Poco, in realtà. 65 lire turche, praticamente 10 euro al giorno, a cui devono detrarre la percentuale destinata ai loro agenti, che li hanno portati lì, spesso dalle zone più povere della Turchia, per lavorare qualche settimana. Un salario molto inferiore a quanto stabilito per legge, che in Turchia per i grandi, prevede un minimo di 95 lire al giorno (15 euro). La storia di Mustafa e Mohammed svetta nelle prime pagine della BBC, la tv di stato della Gran Bretagna, uno degli organi di informazione più imparziali e oggettivi al mondo. Nel suo servizio da uno dei 400 mila noccioleti a conduzione familiare della Turchia, Tim Whewell sottolinea come in alto a questa catena ci siano le più grandi aziende dolciarie del pianeta. Tra queste la Ferrero, produttrice di Nutella, orgoglio nazionale italiano molto apprezzato dai bambini di tutto il mondo. Da sola la multinazionale italiana, che ogni anno fattura quasi 11 miliardi di euro e impiega più di 35 mila addetti, acquista circa un terzo del raccolto turco. Che usa per produrre le circa 365 mila tonnellate di cioccolata. «un peso paragonabile a quello dell’Empire State Building» di New York, il grattacielo che fino al 1967 è stato il più alto al mondo.
La Nutella è prodotta con pratiche etiche
«Se fossimo a conoscenza che un [nostro] prodotto derivi da pratiche non etiche, nemmeno lo toccheremmo» ha dichiarato alla BBC Bamsi Akin, general manager della Ferrero Hazelnut Company in Turchia, che ha aggiunto come a ogni inizio di stagione la multinazionale italiana illustri agli agricoltori le giuste pratiche sociali necessarie. Da quanto emerso dal report non è escluso però che la Ferrero usi nocciole coltivate da minori sfruttati e sottopagati. La Nutella attualmente fornisce il 39 per cento della tracciabilità delle proprie nocciole, ma ha promesso che ne traccerà il 100 per cento entro il prossimo anno. Quello che emerge chiaramente, però, è che l’azienda italiana, comunque sia, non ne è direttamente responsabile, visto che l’incombenza del rispetto la legge spetta alle aziende che forniscono le nocciole, e non a chi le compra. Va però specificato che in molti sottolineino come la Ferrero non approfondisca granché, e dovrebbe farlo per essere eticamente ineccepibile, sulle condizioni in cui i raccoglitori lavorano. «Il lavoro minorile non ha nulla a che fare [con Ferrero]. Il controllo e il monitoraggio appartengono allo stato e alle forze di sicurezza» ha chiarito Enginay Akcay, uno dei manav, gli imprenditori agricoli che fanno parte della lunga catena che compone il commercio verso le multinazionali dolciarie. La Ferrero, specificano dall’azienda italiana, occupa molte risorse nello sviluppo sociale delle aziende agricole, fornendo formazione e tecniche innovative che ne favoriscono la produttività razionalizzandone le risorse. Ma si tratta di programmi che attualmente coprono troppo poco: qualche decimale in più del 10 percento del totale delle aziende che producono nocciole in Turchia. Un processo di modernizzazione (e moralizzazione) che spesso è osteggiato dagli stessi agricoltori, oramai vecchi e legati a tradizioni e pratiche contadine obsolete.
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