Nuovi guai giudiziari per Alberto Genovese: è indagato per detenzione di materiale pedopornografico

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-11-10

L’imprenditore digitale, già condannato per violenza sessuale, aveva sul suo pc foto e video intimi di ragazze minorenni

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Lo scorso 19 settembre, al termine del processo con rito abbreviato, Alberto Genovese è stato condannato a 8 anni e 4 mesi di carcere. Questa la pena inflitta dal gup di Milano, Chiara Valori, nei confronti dell’imprenditore digitale accusato di una duplice violenza sessuale nei confronti di due giovani donne, una 18enne e una di 23 anni. Ora contro di lui si è aperto un altro filone di indagine: nel corso delle perquisizioni effettuate dalle forze dell’ordine – su mandato della Procura meneghina -, sul computer personale del 45enne sarebbero stati trovati foto e video che ritraggono e immortalano ragazze minorenni in atteggiamenti intimi. Per questo motivo è scattata l’indagine per detenzione di materiale pedopornografico.

Alberto Genovese indagato per detenzione di materiale pedopornografico

Nell’avviso di conclusione delle indagini, i procuratori hanno indicato il contenuto di quei file presenti sul pc di Alberto Genovese. La cartella incriminata si chiamava “La Bibbia 3.0”. Non si tratta di un nome nuovo, visto che questa dicitura era stata utilizzata (in passato) per la più grande raccolta di materiale pedopornografico messo in circolazione prima nel dark web e poi su altri canali social. All’interno c’erano moltissime sottocartelle, suddivise per “categoria”, “età” e nome.

“All’interno di quella cartella, numerosissime fotografie e video di soggetti minorenni privi di vestiti o in atteggiamenti sessuali espliciti, undici file con soggetti prepuberali nudi, anche mentre compiono atti sessuali”.

Questa è la descrizione fatta dalla Procura in merito a quanto rilevato all’interno di uno dei pc di proprietà di Alberto Genovese. File espliciti, foto e video con nomi inequivocabili, che hanno portato alla chiusura delle indagini con il rinvio a giudizio con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico. Inoltre, la procura accusa l’imprenditore del web anche per un altro reato, quello di intralcio alla giustizia. Dopo gli 8 anni e 4 mesi per violenza sessuale, dunque, si è aperto un altro filone contro di lui.

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