I numeri reali del contagio: 1,5 milioni in Italia i positivi agli anticorpi del Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-04

I primi risultati della campagna di test sierologici: il 2,5% della popolazione ha sviluppato gli anticorpi. Enorme la differenza tra regioni: in Lombardia è il 7,5% contro lo 0,3 in Sicilia

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Sono 1.482.000 gli italiani che risultano IgG positivi, ovvero che hanno incontrato il nuovo coronavirus SarsCov2 sviluppando gli anticorpi ad esso: 6 volte di più rispetto al totale dei casi intercettati ufficialmente durante la pandemia. Questo è il primo risultato dell’indagine di sieroprevalenza con test sierologici del ministero della Salute e Istat effettuata a campione nel Paese dal 15 maggio al 15 luglio ed i cui esiti, ancora provvisori, sono stati presentati oggi dal ministro della Salute Roberto Speranza insieme ai responsabili Istat.

1,5 milioni in Italia i contagiati dal Coronavirus

Forti sono però le differenze regionali, con la Lombardia che raggiunge il valore massimo di sieroprevalenza – cioè di cittadini con anticorpi – pari al 7,5% , che è 7 volte il valore rilevato nelle regioni a più bassa diffusione come quelle del Mezzogiorno dove, in generale, la sieroprevalenza è sotto l’1%. I lombardi rappresentano il 51% dei cittadini italiani positivi agli anticorpi, a conferma di quanto il Sars-CoV-2 abbia circolato. Sembra che abbia colpito in maniera selettiva, scegliendo: a Bergamo la sieroprevalenza è del 24% contro il 19% della vicina Cremona, uniche due province a mostrare la doppia cifra. I cittadini di Como e Lecco sono rimasti invece relativamente ai margini pur nell’ambito di un territorio messo sotto scacco

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L’indagine di ISTAT e Minsalute sul Coronavirus in Italia

Il Corriere della Sera spiega oggi che non si sono viste differenze profonde tra classi d’età, ma la prevalenza è più bassa nei bambini tra 0 e 5 anni (,1,3%) e tra le persone che hanno dagli 85 in su (1,8%) probabilmente perché i piccoli sono meno esposti non avendo ancora sviluppato i recettori Ace 2 utilizzati dal virus per penetrare nella cellula umana.

Gli anziani probabilmente si sono protetti di più (con mascherine e non uscendo di casa) rendendosi conto di essere una categoria molto fragile, spaventati dai tanti morti. Rispetto alla popolazione generale gli operatori sanitari sono stati doppiamente contagiati: il 5% sono risultati positivi al test sierologico (in Spagna il 10%). Non sono state notate differenze di genere, uomini e donne ugualmente esposti. E c’è un’altra informazione importante. Il tasso di letalità, cioè il rapporto tra numero di decessi e di persone entrate in contatto con il virus, è del 2,5% in linea con l’esperienza internazionale, sei volte più basso del 14% calcolato in rapporto al numero dei positivi diagnosticati col tampone, ricoverati o finiti in isolamento

Poi c’è il dato sugli asintomatici che restano una delle incognite di questa epidemia poiché non è certo quanto e in quali circostanze siano infettivi: gli italiani positivi agli anticorpi che hanno preso il virus senza sviluppare i sintomi sono il 27,3%, come in Spagna. «Questo conferma l’importanza delle misure di protezione individuale, anche chi non si ammala può contribuire in modo rilevante alla diffusione del Covid», conferma Locatelli. Tra gli altri sieropositivi, il 24,7% ha riferito di aver avuto mal di testa, febbre o tosse, mentre il 41,5% oltre a febbre, ha elencato dolori muscolari e perdita di olfatto e gusto.

Come si trasmette il Coronavirus

“La trasmissione intrafamiliare è molto elevata, il 41% tra chi ha avuto un familiare convivente è risultato positivo al coronavirus”, una prevalenza molto superiore rispetto alla media del 2,5%, ha spiegato la direttrice centrale Istat, Linda Laura Sabbadini, durante la presentazione dei risultati dei test di prevalenza sierologica del Sars-Cov-2 in Italia. “Tra chi ha avuto contatti con colleghi di lavoro contagiati si registra una sieroprevalenza dell’11,6%. C’è stato un atteggiamento molto protettivo nei confronti dei propri anziani. Sono state evitate le visite”, ha aggiunto.

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La prevalenza dello sviluppo di anticorpi al SarsCov2 è simile per tutte le classi di etù ma il livello più basso all’1,3% è per i bambini piccoli e per gli anziani è a 1,8% e “ciò forse perche’ c’è un effetto di protezione dei familiari per questi segmenti”. Gli operatori della sanità sono i più colpiti, con il 5,3% e gli addetti alla ristorazione superano il 4%. Non emergono differenze di genere.

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