#NonSiamoCosì: la lettera di Laura Boldrini e gli insulti su Twitter

di dipocheparole

Pubblicato il 2015-03-05

Una surreale polemica sul social network a margine delle dichiarazioni sul linguaggio di genere

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Laura Boldrini ha annunciato di aver inviato una lettera sul linguaggio che deve rispettare l’identità di genere. La presidente della Camera ha messo nero su bianco la richiesta, espressa più volte verbalmente, di rispettare questa regola, richiamandosi anche a quanto indicato dall’Accademia della Crusca. Lo fa in una lettera scritta alle colleghe e ai colleghi di Montecitorio alla vigilia dell’8 marzo e mentre alla sala della Regina si svolge il convegno “Non Siamo Così. Donne, parole e immagini”, iniziativa dedicata al linguaggio di genere e alla rappresentazione del femminile. Boldrini ricorda innanzi tutto che “in questa legislatura si registra il numero più elevato di deputate, circa il 30%, così come si riscontra un significativo numero di donne che rivestono cariche e ruoli istituzionali”.

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La lettera inviata da Laura Boldrini ai deputati su

LA LETTERA DI LAURA BOLDRINI E GLI INSULTI SU TWITTER
Una constatazione dalla quale scaturisce la necessità di adeguare il “linguaggio parlamentare al ruolo istituzionale, sociale e professionale assunto dalle donne e al pieno rispetto delle identità di genere. Credo sia importante da parte della presidenza della Camera -scrive Boldrini- richiamare l’attenzione sulle modalità di svolgimento dei dibattiti parlamentari, in Aula e presso gli altri organi parlamentari”. Di qui la richiesta che “negli interventi svolti nel corso delle sedute dell’Assemblea e degli altri organi della Camera le cariche e i ruoli istituzionali siano richiamati nelle forme corrette, ossia secondo il genere proprio della persona cui essi si riferiscono”. Un’indicazione che va di pari passo con quanto segnalato alla Segreteria generale di Montecitorio, invitata a rispettare l’identità di genere quando nei resoconti parlamentari vengono indicati accanto ai nomi la carica e il ruolo ricoperti. Una presa di posizione supportata da quanto segnalato dalla Guida alla redazione degli atti amministrativi predisposta dall’Accademia della Crusca, che, ricorda Boldrini, ha “ritenuto non corretto sul piano linguistico il ricorso al genere maschile per riferirsi a una carica o a un ruolo istituzionale ricoperti da una donna”. Ma la lettera, appena postata su Twitter, ha ricevuto un’accoglienza non proprio trionfale:
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Fatta di pathos grammaticale e qualche insulto:
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Insieme a richieste classiche, come quella di andare a lavorare:
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Insieme a richieste di trovarsi qualcosa da fare (probabilmente in cucina):
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LA RABBIA E IL COGLIONISMO
Senza voler andare a immaginare il colore politico degli insulti, c’è qualche riferimento alle “scorrettezze” della Boldrini che non si fatica a ricordare. Più che altro, quello che non si capisce è che l’intervento della Boldrini arriva a margine di un convegno alla vigilia dell’8 marzo, Festa della Donna. Di cosa avrebbe dovuto parlare la Boldrini? Essendo una figura istituzionale (e quindi senza potere esecutivo: non è un ministro) cosa dovrebbe ricordare, se non un’iniziativa presa da Presidente della Camera sul linguaggio di genere, en passant il tema del convegno? Di cosa si stanno lamentando? Ma davvero, tanto per citare un tweet, non hanno di meglio da fare, tipo lavorare, gli italiani su Twitter?

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