Attualità
«Non vendete le auto Volkswagen»
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2015-09-27
La lettera da Verona ai concessionari: «Sospendete le diesel Euro 5 sotto accusa»
Volkswagen ha annunciato che presenterà a breve un piano di interventi per eliminare la manipolazione delle emissioni di gas dovuta al software installato su 11 milioni di veicoli. Un portavoce della casa tedesca ha fatto sapere oggi a Wolfsburg, quartier generale del gruppo, che l’adozione di questa misura non costerà nulla ai proprietari dei veicoli coinvolti. “I costi dell’intervento sono enormi ma non li metteremo a carico dei clienti” ha aggiunto, spiegando che nelle prossime settimane verrà messo a punto un calendario di interventi e che già a partire dalla prossima, i concessionari comunicheranno ai clienti le date della revisione.
«Non vendete le auto Volkswagen»
Intanto però Volkswagen ha anche deciso di bloccare la vendita delle sue auto in Italia. Ieri Volkswagen ha inviato una lettera a tutti i concessionari Volkswagen, Audi, Seat, Skoda e Veicoli commerciali intimando di sospendere immediatamente «la vendita di tutte le vetture Euro 5, come misura precauzionale in attesa di ricevere ulteriori chiarimenti e dettagli». Ne parla il Corriere della Sera:
Una decisione clamorosa, che riguarda circa 40 mila vetture ora bloccate sui piazzali e mette in ulteriori difficoltà economiche non pochi dealer già danneggiati da una crisi del settore senza precedenti che finalmente sembrava risolta dopo quasi dieci anni di perdite. «Come sapete — è scritto nella lettera firmata da Massimo Nordio, amministratore delegato della filiale italiana del gruppo di Wolfsburg — Volkswagen sta lavorando a pieno ritmo per fare chiarezza su alcune problematiche che riguardano un particolare software utilizzato sui nostri motori Diesel. Come misura precauzionale, vi preghiamo di sospendere, con effetto immediato, la vendita, l’immatricolazione e la consegna dei soli veicoli equipaggiati con motori diesel Euro 5 tipo EA 189».
Una decisione clamorosa ma non del tutto inaspettata visto che, a fronte di una iniziale e parziale «autodenuncia» del marchio tedesco, nella quale si indicava che il software sospetto era montato solo sui motori 2.0 Tdi omologati Euro 5 delle Golf VI (costruite tra il 2008 e il 2012), delle Passat (dal 2010 al 2014) e delle Tiguan (dal 2007 al 2105), il 22 settembre era stata diffusa dalla Germania una nota nella quale la Casa madre faceva riferimento alla possibilità che il software potesse «essere installato anche in altri veicoli del gruppo con lo stesso motore diesel».
I modelli in ballo sarebbero 19. Eccoli. Audi: A3, A4, A5, A6, TT, Q3 e Q5. Seat: Leon, Altea e Alhambra. Skoda: Yeti, Octavia e Superb. Volkswagen: Maggiolino, Sharan, Touran, Golf, Passat e Tiguan.
Class Action in Germania?
L’ipotesi di class action anche in Germania è stata ieri ipotizzata dal segretario per la tutela dei Consumatori presso il ministero della Giustizia di Berlino: ®Il governo federale vuole introdurre le azioni collettive”. La vicenda delle emissioni truccate sta mettendo sotto pressione l’Unione Europea che avrebbe individuato i software sin dal 2013. La conferma è arrivata ieri: ®Il team di ricerca della Commissione Ue ha misurato le emissioni e scoperto che i test di laboratorio non catturano accuratamente la quantità di gas nocivi emessi durante la guida e ha fornito sostegno vitale agli sforzi della Commissione per introdurre i test su strada”, ha spiegato il portavoce della Commissione. ®Questa differenza nei test sulle emissioni sono cosa nota. Identificare l’uso potenziale di applicazioni ingannevoli non è mai stato parte di questi studi e non sarebbe nemmeno stato possibile visto che i ricercatori non avevano accesso ai motori, ma venivano misurati sono i gas di emissione”, ha precisato. La Commissione ha quindi seguito le ricerche scientifiche e iniziato immediatamente a lavorare sull’introduzione dei test su strada. Ed è stato fatto lavorando con gli esperti nazionali e le commissioni tecniche nazionali da maggio di quest’anno, affinché i test su strada possano essere avviati da gennaio 2016. ®È importante capire che la Commissione stabilisce il quadro regolatorio ma non è un organo incaricato all’attuazione. Sono le autorità degli Stati membri a dover agire sul campo”, ha concluso.