Non è stupro se è ubriaca? Cosa è successo davvero in Oklahoma

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-04-28

Il tribunale dell’Oklahoma ha accolto il ricorso di un imputato accusato di aver abusato di una ragazza costringendola a praticare del sesso orale mentre era ubriaca

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Una sentenza, quella di una corte di giustizia dell’Oklahoma, destinata a suscitare molte polemiche. Il tribunale ha infatti stabilito che non è stupro se la vittima è talmente ubriaca da essere svenuta. Sarebbe insomma stata colpa della vittima se lo stupratore l’ha forzata a fare del sesso orale mentre non era in grado di intendere e di volere. A sconcertare l’opinione pubblica è il fatto che la vittima è una ragazza di 16 anni che sostiene di non aver alcuna memoria degli eventi accaduti quella fatidica sera.
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Una sentenza che mette in evidenza i limiti della legge

L’episodio sul quale si è espressa la corte d’appello dell’Oklahoma è avvenuto nel giugno del 2014.Il tutto è iniziato dopo che la ragazza e il suo amico (di 17 anni) erano usciti a festeggiare con degli amici in un parco pubblico a Tulsa. Secondo alcuni testimoni la vittima non era in grado nemmeno di reggersi in piedi e nemmeno di entrare autonomamente nella macchina dell’amico. Secondo altri testimoni, che erano in macchina con la vittima e il suo assalitore, la ragazza era già semi-svenuta durante il tragitto in macchina. A quanto pare inoltre la vittima ha ritrovato il barlume della coscienza solo dopo essere stata ricoverata in ospedale dove è stata portata dopo che il ragazzo l’aveva condotta a casa di alcuni parenti. È stato lì che gli infermieri dopo aver verificato l’alto tasso alcolemico della giovane era molto alto, quattro volte oltre il limite per guidare e indice di una grave intossicazione, hanno eseguito il test per verificare se la studentessa avesse subito degli abusi riscontrando la presenza del DNA dell’amico. Il ragazzo ha spiegato che l’atto sessuale (una fellatio) non era stato estorto in alcun modo e che la ragazza era consenziente. La vittima però diceva di non ricordare nulla e così il magistrato ha deciso di incriminare lo studente per stupro e “forcible oral sodomy” ma dal momento che non c’erano prove di stupro (propriamente inteso) la prima accusa era stata fatta subito cadere. La decisione del tribunale d’appello ha infine stabilito per il non luogo a procedere anche per il secondo capo d’imputazione con la motivazione che non è possibile costringere una persona a praticare sesso orale se è svenuta.

La legge dell’Oklahoma

Questo in base al fatto che la legge dello Stato dell’Oklahoma prevede sì che sia possibile procedere con un’accusa di stupro se la vittima e momentaneamente priva di coscienza a causa dell’abuso di sostanze ma non prevede una simile eventualità nel caso della “forcible oral sodomy”. Il ragionamento della corte è stato che condannando l’imputato per questo crimine avrebbero forzato l’interpretazione della legge. Secondo la difesa infatti l’errore del procuratore è stato quello di aver voluto incriminare il ragazzo per un reato difficile da dimostrare in tribunale soprattutto tentando di sostituire l’uso della forza (forcible) con lo stato di ebrezza. Se l’accusa avesse scelto di procedere per un altro reato minore probabilmente l’avrebbe avuta vinta, ha concluso l’avvocato. Non è quindi il giudice ad aver deciso che il sesso orale non è stupro se la vittima è ubriaca ma la sentenza ha evidenziato una falla nella legge dal momento che non è previsto per quel particolare tipo di atto sessuale la possibilità che la vittima possa essere ubriaca come aggravante. Dal momento che non sembra esserci il rischio che il caso crei un precedente legale e faccia giurisprudenza l’unica cosa da fare è mettere mano al codice penale.

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