Non c’è pace per Patrick Zaki: altri 45 giorni di carcere
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2021-06-02
La decisione di prolungare la custodia cautelare senza un processo è stata presa ieri dal Tribunale del Cairo. Patrick trascorrerà il giorno del suo trentesimo compleanno dietro alle sbarre
Non c’è pace per Patrick Zaki, e la parola fine è sempre più lontana. Perché oggi è arrivata la decisione dei giudici egiziani, che lo condannano (per l’ennesima volta) a restare in carcere per altri 45 giorni. Lo studente dell’Università Alma Mater di Bologna è stato arrestato per ”propaganda sovversiva su Internet” dalle autorità egiziane all’aeroporto del Cairo il 7 febbraio dello scorso anno. A riportare la notizia sui social sono stati gli attivisti e gli studenti dello stesso Ateneo frequentato da Zaki, che chiedono il suo rilascio immediato. La decisione di prolungare la custodia cautelare senza un processo è stata presa ieri dal Tribunale del Cairo. Questo significa, si legge sui social, che lo studente egiziano trascorrerà dietro le sbarre il suo trentesimo compleanno.
La custodia cautelare per #PatrickZaki e’ stata prolungata di altri 45 giorni.
Trascorrerà il suo 30esimo compleanno detenuto illegittimamente nel carcere egiziano di Tora.Inaccettabile. Disumano.
Non possiamo più rimanere a guardare.
— Erasmo Palazzotto (@EPalazzotto) June 2, 2021
Secondo quanto riportato dall’Ansa, che cita l’avvocata Hoda Nasrallah, la detenzione di #PatrickZaki è stata rinnovata di altri 45 giorni.
— Riccardo Noury (@RiccardoNoury) June 2, 2021
Chi è Patrick Zaki
Patrick è stato arrestato più di un anno fa all’aeroporto del Cairo alle 4 del mattino. È stato catturato da alcuni agenti dei servizi segreti e trasportato in cella. Questo perché è stato accusato dall’Egitto di aver tentato negli anni di rovesciare il regime. Patrick si è sempre impegnato nella difesa dei diritti umani e durante le elezioni del 2018 era stato uno degli organizzatori della campagna elettorale di Khaled Ali, avvocato che poi ritirò la sua candidatura denunciando intimidazioni e arresti di alcuni dei suoi più stretti collaboratori.
Solo alcuni mesi fa la madre aveva fatto un appello pubblico dopo essere andato in visita nel carcere di Tora, dove da mesi si trova il figlio: “Sono fisicamente e mentalmente esausto, non ne posso più di stare qui”, le aveva detto.