Attualità
L'orso malese morto perché tenuto prigioniero in un tempio
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2015-03-18
Dopo il caso dell’animale scambiato per un alienom la storia di Kwan, una femmina di Sun Bear che ha vissuto per anni all’interno di una stanza buia
Ieri vi abbiamo raccontato la storia dell’orso malese scambiato per un alieno e ricacciato nel folto della foresta pluviale. Oggi ci spostiamo in Tailandia dove un altro esemplare di Sun Bear è stato trovato in condizioni pietose. Questa volta però non ci sono dubbi su cosa possa abbia ridotto l’animale allo stremo e quasi irriconoscibile. La colpa è dell’uomo. O meglio, degli uomini che lo tenevano imprigionato.
KWAN, L’ORSO PRIGIONIERO
A dare la notizia su Facebook sono i volontari della Wildlife Friends Foundation Thailand, un’associazione che si occupa della difesa della fauna selvatica. Una femmina di orso malese (che è una specie ad alto rischio di estinzione) è stata trovata il 14 marzo all’interno di un tempio nel Sud della Tailandia durante una delle consuete visite d’ispezione da parte dei membri dell’associazione. L’animale, di nome Kwan, era tenuto al buio in una stanza e quando i volontari la hanno vista hanno fatto molta fatica a capire che quello che avevano davanti era un esemplare di orso malese di tre anni.
I membri dell’associazione hanno “liberato” l’animale nel disperato tentativo di salvarla. Kwan è stata così portato all’ospedale della Wildlife Friends Foundation per fornirle le cure più urgenti e tentare di migliorare la sua condizione di salute.
Così come l’esemplare apparso in Malesia e scambiato per un alieno è difficile riconoscere in Kwan l’animale che in realtà è:
A causa delle condizioni in cui è stato tenuto l’animale, oltre ad essere terribilmente debilitato aveva perso tutta la pelliccia. Le possibilità di salvarla sono apparse fin da subito scarse ma i medici del centro specializzato hanno tentato tutto il possibile.
Nonostante le cure dei medici dell’associazione Kwan non è riuscita a riprendersi ed è morta un giorno dopo, il 15 marzo, a darne l’annuncio è stato un post su Facebook:
Questo invece è l’aspetto di un Sun Bear adulto in buone condizioni di salute:
I COMPAGNI DI PRIGIONIA DI KWAN
Kwan purtroppo non era l’unico esemplare di orso tenuto prigioniero all’interno del tempio. I volontari hanno anche trovato quattro esemplari di orso tibetano o orso dal collare (Ursus thibetanus) tenuti in gabbie troppo piccole per loro. Non è la prima volta che la WFFT solleva la questione del modo in cui vengono trattati gli orsi all’interno di quel tempio. Sono ormai tre anni che i volontari compiono visite periodiche per valutare la condizione di salute degli animali e dei sei orsi “ospitati” all’interno del tempio due sono già morti. Ora, grazie alla vicenda della morte di Kwan, le autorità tailandesi hanno promesso di intervenire per liberare gli animali superstiti. Ma come è possibile che un tempio arrivi a “custodire” così tanti esemplari di orso? Secondo la spiegazione fornita su Facebook dalla WFFT è costume per le persone ricche e potenti possedere animali selvatici “di prestigio” come appunto gli orsi. Quando però questi diventano troppo grandi o ingestibili vengono donati al tempio perché considerati sacri. I monaci però non hanno né le risorse né le competenze per potersi prendere cura correttamente degli animali che quindi passano da una gabbia dorata ad una gabbia più piccola. In alcuni casi i monaci creano dei piccoli zoo per poter attirare turisti e monetizzare la presenza degli animali.
L’unica possibilità per liberare gli animali tenuti prigionieri è quella di esercitare una forte pressione mediatica sulle autorità, che sono le uniche ad avere il potere per sequestrare gli animali e consentire il trasferimento in strutture adeguate.