Fatti
I nomi del governo M5S
Alessandro D'Amato 17/03/2017
La Repubblica e La Stampa oggi pubblicano i nomi del governo dei grillini in caso di vittoria alle elezioni. La squadra di Grillo, scrivono, è già pronta e oltre al Di Maio come premier prevede una rosa di nomi che sarebbero usciti dalle riunioni riservate dei grillini di questi giorni
Con un’operazione che lascia probabilmente molto spazio alla fantasia, La Repubblica e La Stampa oggi pubblicano i nomi del governo dei grillini in caso di vittoria alle elezioni. La squadra di Grillo, scrivono, è già pronta e oltre al nome di Luigi Di Maio come presidente del Consiglio prevede una rosa di nomi che sarebbero usciti dalle riunioni riservate dei grillini di questi giorni.
I nomi del governo M5S
In attesa della probabile smentita che arriverà oggi dal blog di Grillo, negli articoli di Annalisa Cuzzocrea e Ilario Lombardo si sostiene che la squadra avrà quei nomi solo in caso di vittoria di Di Maio nella sfida on line per il candidato premier: per ora però l’unico candidato alternativo è Roberto Fico, che ha un grande appeal tra i parlamentari che lo considerano un movimentista rispetto al moderato Di Maio, ma scarso seguito rispetto al concorrente tra gli attivisti. Il vicepremier e candidato anche al ministero degli interni sarà Alessandro Di Battista mentre agli esteri il prescelto sarebbe Manlio Di Stefano. E ancora: Danilo Toninelli alle riforme, Giulia Grillo alla Salute con Paola Taverna sottosegretaria, Alfonso Bonafede alla Giustizia con Giulia Sarti sottosegretaria.
E ancora: Riccardo Fraccaro guiderebbe il ministero dell’Innovazione mentre per l’economia si fanno quattro nomi: ad esempio Luigi Zingales, che nell’intervista che gli dedica la Stampa bolla il tutto come “chiacchiere inutili” ma promuove il reddito di cittadinanza e boccia invece l’uscita dall’euro («Se il nostro debito non è più ridenominabile, è difficilissimo. Perché la lira si svaluterebbe del 30-40% e il peso del nostro debito, che già non scherza, sarebbe insostenibile»); oppure Alberto Bagnai, che invece la pensa all’opposto di Zingales sulla questione dell’euro ma non sembra avere tanta stima (eufemismo) degli “ortotteri”; poi c’è Nino Galloni, che si è autopromosso per mesi come assessore al bilancio a Roma senza farcela e Leonardo Becchetti, che invece faceva parte del gruppo Lavoro 2025 guidato dal sociologo Domenico De Masi.
Si parla poi di un ruolo per Roberta Lombardi nonostante ultimamente i rapporti con la deputata romana sembrino piuttosto freddi a causa dei contrasti con la Raggi, di Nino Di Matteo come possibile ulteriore candidato alla Giustizia; come concessione all’ala più ortodossa non viene escluso l’attuale presidente della Vigilanza Rai Roberto Fico alle Telecomunicazioni, per la grande riforma di Viale Mazzini a cui tiene tantissimo Grillo.
Governo M5S e programmi
In Parlamento entrerebbero alcuni consiglieri regionali che si sono fatti valere, come Stefano Buffagni in Lombardia: fedelissimo di Gianroberto Casaleggio, con cui aveva un rapporto diretto, commercialista, esperto di imprese. Gli altri papabili per il parlamento sono il sindaco di Mira Alvise Maniero e il consigliere triestino Stefano Patuelli. Rimane lo scoglio del programma, che Repubblica sintetizza così:
Quanto al programma, da votare in rete, la parte sull’immigrazione è stata affidata all’eurodeputata Laura Ferrara (per rendere meno incisivo il ruolo dei parlamentari che avevano sconfessato la linea del blog). Sulla giustizia si punterà sulla proposta dell’agente provocatore contro la corruzione e sulla sospensione della prescrizione dopo il primo grado.
Pool sharing e trasporto su ferro (tav esclusa) per l’ambiente; referendum consultivo sull’euro; reddito di cittadinanza; una Rai senza nomine politiche ispirata alla proposta di legge di Roberto Fico. I vari gruppi di lavoro stanno sentendo molti esperti (Domenico De Masi sul lavoro, Ivan Cavicchi per la Sanità, Lorenza Carlassare sulle riforme, Salvatore Settis e Luca Mercalli su ambiente e territorio).
Mentre Ilario Lombardo parla di primo vero organigramma:
Il M5S ha un piano che è stato affinato fino a questi ultimi giorni. Sta accelerando i lavori sul programma affidato alla Casaleggio tramite la piattaforma Rousseau, e ha disegnato il primo vero organigramma della squadra di governo che è stato anche annunciato, assieme ai punti più forti del programma, in diversi colloqui con ambienti diplomatici di ambasciate straniere. Molti dei nomi di questa sorta di governo ombra sono noti, sono le stelle più brillanti nel firmamento mediatico del Movimento, allevati attraverso l’imponente macchina comunicativa gestita anche con una cura massiccia di ospitate tv.