La mistificazione dei no vax sulle parole di Galli (che non si è ricreduto sui vaccini)

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-06-20

Un’intervista di Massimo Galli a Panorama in cui il primario del Sacco diceva di dover “rivedere le sue convinzioni” è stata utilizzata dai no vax per portare avanti la campagna antivaccinista, ma le cose non stanno esattamente così

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A leggere le ultime uscite dei no vax che riportano le parole di un’intervista di Massimo Galli a Panorama dello scorso 8 giugno parrebbe che il primario dell’Ospedale Sacco di Milano sia diventato un fervente antivaccinista. “Sto male da mesi, potrebbe essere problema causato dal vaccino. Devo rivedere le mie convinzioni, sono molto preoccupato”, sono i virgolettati che circolano e gli vengono attribuiti, ma che in realtà il virologo non ha mai pronunciato. Galli ha avuto il Covid in forma aggressiva a gennaio, e oggi si starebbe potando dietro alcuni sintomi compatibili con il Long Covid. In un passaggio dell’intervista, parlando della patologia, ha detto: “Ci sono così tanti sintomi che viene il dubbio se considerare tutto questo come long Covid. Alcuni di questi potrebbero essere stati innescati dalle vaccinazioni”.

La mistificazione dei no vax sulle parole di Galli (che non si è ricreduto sui vaccini)

Parole che sono state gonfiate e montate dalla propaganda antivaccinista per creare un caso ad arte. Galli poneva una questione senza intendere alcun revisionismo. Come afferma lui stesso nell’intervista: “Sulle base dei dati che potevano essere disponibili, molte di queste sintomatologie sembravano fenomeni psicosomatici. Ora che pure io sono direttamente coinvolto, devo riconsiderare alcune convinzioni. Non c’è certezza sulla base dei dati attuali. Anche se penso che sintomi da long Covid siano minori sui vaccinati”. Uno spezzone di dichiarazione volutamente tagliato dai messaggi social che provano a farne il nuovo guru no vax. Nelle successive interviste rilasciate – fa notare Giornalettismo – ad esempio, due giorni fa, a La7 e a Tgcom24, Galli ha detto che non è prudente abbandonare adesso il sistema delle quarantene dei positivi e che “la minore patogenicità delle ultime varianti Omicron è anche legata al fatto che abbiamo tantissima gente vaccinata”. A Fanpage si è recentemente auspicato lo sviluppo di “un vaccino nuovo e adeguato” per far fronte alle possibili varianti del Covid, anche in vista della stagione autunnale.

Il virologo: “Nessun cambio di rotta”

A seppellire la ricostruzione tendenziosa dei no vax le parole dello stesso virologo a Adnkronos: “Non c’è stato nessun ‘cambio di rotta’ da parte mia rispetto all’importanza della vaccinazione anti-Covid nel contrasto alla pandemia. Un’importanza certificata dalla scienza. Eventuali valutazioni sull’opportunità di somministrare il vaccino in persone con problemi di Long Covid, che potrebbero avere impatto sulla loro risposta immunitaria, attengono a riflessioni cliniche, sul singolo paziente, che non mettono in discussione in alcun modo la mia convinta adesione alla strategia vaccinale”. Galli ha parlato di “libere interpretazioni strumentali”. “Recentemente – ha puntualizzato – mi è capitato di non vaccinare dopo l’infezione persone con un Long Covid con manifestazioni che possono riportare a patogenesi immunitaria. O persone che hanno avuto miocardite o pericardite successive all’infezione. E questo nel timore che un’ulteriore stimolazione immunitaria potesse essere pericolosa. Ma fra questo genere di affermazioni e pensare che io abbia rivisto la mia posizione nei confronti dei vaccini – puntualizza – ci passa l’Oceano Atlantico”.

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