La brutta fine per il no vax che si è presentato a fare il vaccino con un braccio finto di silicone

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-03

A Biella un 50enne si è presentato nell’hub vaccinale per fare la prima dose indossando un braccio di silicone: voleva ingannare gli operatori sanitari, ma è stato scoperto e denunciato

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Pensava di ingannare l’operatrice sanitaria addetta alle vaccinazioni, presentandosi nell’hub di Biver Banca a Biella con accesso senza prenotazione alle prime dosi indossando un braccio finto in silicone che comprendeva anche la spalla col muscolo deltoide in cui infilare l’ago. Il colore e la sensazione al tatto del finto arto, nonostante fossero realistici, hanno però insospettito gli infermieri, che – scoperto il trucchetto del no vax – hanno informato i carabinieri. Il protagonista del gesto è un cinquantenne che, presumibilmente, aveva bisogno del Green Pass ma non voleva farsi realmente iniettare il farmaco. Ha svolto tutte le pratiche burocratiche normalmente, ha firmato il consenso davanti al medico e poi si è accomodato sulla sedia per ricevere il vaccino scoprendo la spalla.

No Vax con il braccio di silicone a Biella: come è finita

Dopo che il suo braccio di silicone è stato scoperto, l’uomo ha cercato comunque di persuadere l’operatrice sanitaria a “chiudere un occhio”, ma non è bastato per evitare la segnalazione alle autorità con un verbale firmato da medico e operatrice. L’Asl segnalerà l’accaduto anche in Procura. “Il caso rasenta il ridicolo se non fosse che parliamo di un gesto di una gravità enorme: inaccettabile di fronte al sacrificio che la pandemia sta facendo pagare a tutta la comunità”, ha dichiarato indignato l’assessore alla sanità della Regione Piemonte, Claudio Icardi, che ha aggiunto: “Biella è una delle prime Asl ad aver anche già raggiunto virtuosamente più del 93% del target di somministrazioni giornaliere”.

Dall’azienda sanitaria locale spiegano che “fatti simili avvengono soprattutto adesso perché quanti si presentano ora per sottoporsi alle prime dosi appartengono essenzialmente a tre categorie: chi ha ritardato la dose per motivi sanitari e ha un certificato medico, i dubbiosi che si sono convinti,  e chi resta contrario ma ha bisogno del green pass e si inventa queste cose”. “Fa rabbia – aggiunge Luca Sala, direttore del dipartimento di prevenzione dell’Asl Biella – perché noi abbiamo 60 persone tra infermieri, medici e personale amministravo impiegato quotidianamente nella campagna vaccinale: episodi come questo tipo sviliscono l’impegno quotidiano, del sabato e della domenica, e anche il fuori orario che facciamo tutti per rispondere alle richieste”.

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