Nicole Gee, uccisa la marine dello scatto virale mentre culla il bimbo durante le evacuazioni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-29

Tra i 13 militari americani rimasti uccisi nell’attentato all’aeroporto di Kabul c’è anche Nicole Gee, protagonista di una foto diventata virale. Tra i nomi delle vittime, diffusi dal Pentagono, figurano tantissimi ventenni che erano impiegati nelle operazioni di evacuazione

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Un bambino afghano appena salvato, tenuto in braccio per proteggerlo da un futuro di prevaricazione e diritti negati. Sullo sfondo, il caos dell’aeroporto di Kabul. “Io amo il mio lavoro” aveva scritto Nicole Gee, sergente 23enne americana il cui scatto aveva fatto il giro del mondo: anche lei figura tra i 13 marines rimasti uccisi nell’attentato di tre giorni fa. Il Pentagono ha pubblicato i loro nomi, fra i quali ci sono anche quelli di due donne. Sono tutti giovanissimi, ventenni o poco più. Appena bambini quando Al Qaida colpì l’America l’11 settembre del 2001, dando il via alla guerra in Afghanistan che ha interrotto le loro vite a pochi giorni dal ritiro previsto per il 31 agosto. Nicole Gee era stata inviata lì da pochi giorni per dare un contributo alle operazioni di evacuazione. Era arrivata in Kuwait a fine luglio, e il 2 agosto scorso da lì aveva postato le immagini della cerimonia con cui era stata appena promossa sergente, sull’attenti mentre un ufficiale dei marines leggeva le motivazioni della sua promozione sul campo. Gli eventi l’hanno poi portata a trovarsi a pochi metri dall’attentatore suicida che si è fatto esplodere in aeroporto.

I corpi delle 13 vittime ora stanno compiendo l’ultimo viaggio verso casa: dopo uno scalo tecnico in Germania l’aereo che li trasporta arriverà in Delaware, dove ad attendere le bare avvolte dalla bandiera ci saranno i familiari. Steve Nikoui, padre del 20enne californiano Kareem Nikoui, ha raccontato la comunicazione ricevuta in persona da due marines “evidentemente scossi” e ha criticato Joe Biden per la gestione del ritiro dall’Afghanistan: “Ha voltato le spalle ai nostri ragazzi”. Critiche alla Casa Bianca sono arrivate anche da Mark Schmitz, papà del ventenne Jared Schmitz, che era nei Marines dal 2019. “Quanto accaduto in Afghanistan dimostra che bisogna avere paura dei propri leader”, ha commentato.

Fra le vittime americane della strage anche Rylee McCollum, 20 anni e neo sposo: aveva pronunciato il sì a febbraio e aspettava il primo figlio. David Espinoza aveva chiamato sua madre in Texas mercoledì, il giorno prima dell’attentato che lo ha ucciso. “Ti voglio bene”, sono state le sue ultime parole alla mamma. Veniva invece dalla California il 22enne Hunter Lopez, che al rientro dall’Afghanistan sognava di entrare a far parte dell’ufficio dello sceriffo della contea di Riverside, seguendo le orme dei suoi genitori. Poco prima dell’attacco all’aeroporto anche Maxton Soviak aveva avuto una conversazione video con i genitori e aveva rassicurato la madre: “Non ti preoccupare mamma, i ragazzi non lasceranno che mi accada nulla”.

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