Nicola Porro e il folle paragone tra Putin e il Green Pass

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-22

La piccola grande impresa del giornalista e conduttore di “Quarta Repubblica”: riuscire a criticare chi critica il presidente russo tirando in ballo il Green pass

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C’è una guerra in corso che sta provocando centinaia di vittime innocenti solo tra i civili ucraini, senza considerare le ingenti perdite (su entrambi i fronti) tra i militari. C’è un uomo che ha deciso di invadere uno Stato sovrano spedendo migliaia di soldati fuori dai confini del suo Paese per bombardare, sparare, uccidere e conquistare città. Eppure in Italia si riesce nell’impresa di criticare chi critica Putin facendo sponda sulle vecchie e ataviche proteste contro il Green Pass per la pandemia. Ecco, Nicola Porro riesce in questa piccola impresa tricolore.

Nicola Porro tweet

Nicola Porro e il folle paragone tra Putin e il Green Pass

La narrazione è sempre la stessa e risponde al cliché che recita: “E allora il Green Pass?”. Un vecchio motto benaltrista che si ripropone in tutte le salse e sfumature in Italia quando si parla di qualsiasi tema divisivo.

“A Rai 3 Gramellini fa un pistolotto contro Putin sulla libertà. Giusto, ma lui e gli altri paladini della libertà dov’erano quando ci hanno rinchiuso e imposto il Green Pass?”.

Il tweet contiene anche un link a un articolo scritto da Claudio Romiti sul sito di Nicola Porro. E il giornalista e conduttore di “Quarta Repubblica” ha deciso di condividerlo. Il riferimento è a Massimo Gramellini che – e non è propriamente l’unico – nelle ultime settimane non ha utilizzato parole al miele nei confronti del Presidente russo.

Ma Porro riesce nell’impresa di aggiungere hashtag mentali ad hashtag social, andando a pizzicare quelle sponde estremiste che hanno rappresentato e rappresentano tutt’oggi l’universo no vax (in tutte le sue declinazioni) e quelle – con sfumature – che non condannano fermamente l’invasione russa dell’Ucraina. E queste sono le prime tre risposte che appaiono sotto a quel tweet.

Paragonare una misura sanitaria come il Green Pass a quel che sta accadendo a Kyiv e nelle altre città è un puro esercizio dialettico per cercare di consolidare consensi e ascolti. Perché, almeno la speranza è questa, mettere sullo stesso piano un certificato nazionale e l’uccisione di centinaia di civili innocenti non può essere una realtà.

 

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