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La rivolta a Napoli contro il lockdown e gli scontri con la Polizia

neXtQuotidiano 24/10/2020

Chi c’è dietro la rivolta a Napoli? La manifestazione contro le restrizioni decise da de Luca in piena emergenza Coronavirus è degenerata: cassonetti in fiamme, polizia aggedita, lancio di fumogeni

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Chi c’è dietro la rivolta a Napoli? La manifestazione contro le restrizioni decise da de Luca in piena emergenza Coronavirus è degenerata. Centinaia di persone si sono riunite in corteo dal centro storico fino a Palazzo Santa Lucia, sede della Regione nei pressi del lungomare partenopeo. Poi devastazioni e bombe carta esplose e scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine: una vera e propria guerriglia.

La rivolta a Napoli contro il lockdown e gli scontri con la Polizia

Il corteo è partito alle 23, mentre scattava il coprifuoco totale in vigore da ieri sera. I manifestanti hanno rovesciato cassonetti, distrutto transenne ed esploso petardi. Le forze dell’ordine hanno risposto con numerosi fumogeni.  I manifestanti “no” lockdown hanno lanciato anche bottiglie e sampietrini. Le auto in sosta sono state colpite con catene e i cassonetti rovesciati.


In almeno tre diversi momenti si è raggiunto lo scontro tra un gruppo di facinorosi e le forze dell’ordine, in assetto antisommossa. “Questa sera abbiamo assistito a veri e propri comportamenti criminali verso le forze dell’ordine. Nessuna condizione di disagio, per quanto umanamente comprensibile, può in alcun modo giustificare la violenza”, ha dichiarato il questore di Napoli, Alessandro Giuliano Allo scoccare delle 23, ora in cui parte il coprifuoco previsto dall’ordinanza regionale, dal corteo è partito un lancio di oggetti contro le forze dell’ordine e di bombe carta e fumogeni contro la sede della Regione, mentre polizia e carabinieri hanno risposto con un fitto lancio di lacrimogeni e con azioni di alleggerimento.

In uno dei momenti maggiormente concitati una troupe di SkyTg24 è stata aggredita proprio mentre il giornalista, Paolo Fratter, era in collegamento con lo studio. Dopo alcuni contatti tra manifestanti e forze dell’ordine, il grosso dei contestatori, quasi tutti giovani, si è spostato all’angolo tra via Santa Lucia e via Cesario Console, separato dai dintorni di Palazzo Santa Lucia da due linee di cassonetti della differenziata posti a mo’ di barricate lungo via Santa Lucia, alcuni dei quali dati alle fiamme. Un camion dei Vigili del fuoco è stato respinto e costretto alla retromarcia dai manifestanti, che hanno comunque dedicato un applauso ai pompieri. Non si hanno al momento notizie di feriti né tra le forze dell’ordine né tra i manifestanti. Poi la tensione è scemata.

Da un balcone qualcuno lancia secchi d’acqua per spegnere le fiamme nei cassonetti nei pressi di Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania. Gli scontri erano organizzati? Dal corteo, una volta giunti sul lungomare, si è staccato un gruppo di giovani, il cui identikit appare ben lontano da quei commercianti e piccoli imprenditori che ieri avevano promosso manifestazioni pacifiche di protesta. Al momento comunque non risultano feriti né da una né dall’altra parte. Fanpage scrive che quello che è accaduto a Napoli “nasce qualche ore prima nei vicoli del centro antico. La voce si sparge tra il Pallonetto, Quartieri, fino alla Pignasecca: “tu vai là, tu là, tu da quella parte”. Un’organizzazione che solo i clan e gli ultras del centro storico possono assicurare. Hanno sparso la voce attraverso i social e le applicazioni di messaggistica istantanea: “Stasera amma scassa’ tutte cose”. E Giuliano Castellino di Forza Nuova promette nuove proteste: “Da Napoli è partita la rivolta ora tutte le città devono gridare libertà contro chi ci sta riducendo alla fame e tenendo a catena. E solo il primo giorno, è soltanto l’inizio”

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