Le maccheroniche traduzioni in inglese delle informazioni per turisti al Maschio Angioino di Napoli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-07

Le informazioni per i turisti stranieri alla biglietteria del Maschio Angioino sono tradotte in inglese maccheronico perché nessuno conosce le lingue

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Tra i dipendenti che lavorano al Maschio Angioino di Napoli, uno dei monumenti più iconici e rappresentativi della città, non ce n’è uno che sappia parlare inglese. Così sulle tabelle informative per i turisti stranieri il “Green Pass” diventa “Grin Pass”, la prenotazione “reservescion”, e sulle istruzioni per come effettuare i pagamenti è meglio soprassedere. Gli addetti alla biglietteria avevano annunciato uno sciopero previsto per oggi (e fino a sabato) lamentando la mancanza di divise, tesserino e l’assenza di un operatore turistico che sappia parlare lingue straniere. Oltre allo svolgimento di mansioni fuori contratto.

Le maccheroniche traduzioni in inglese delle informazioni per turisti al Maschio Angioino di Napoli

Ma l’assemblea sindacale è stata revocata: in seguito a un incontro tra i dirigenti dell’assessorato alla Cultura di Napoli e la Funzione Pubblica della Cisl è stato deciso l’utilizzo di un interprete per superare le barriere linguistiche. Il consigliere regionale della Campania Francesco Emilio Borrelli, sempre molto attivo nel raccogliere segnalazioni su eventi o vicende che gettano discredito sul territorio, sui social ha definito “tragicomiche” le traduzioni in inglese alla biglietteria del Maschio Angioino: “Vogliamo vivere di turismo e poi i dipendenti comunali non conoscono l’inglese (qualcuno nemmeno l’italiano). Le nuove assunzioni prevedano personale preparato”.


Francesco Carignani, docente universitario ed ex consigliere municipale, ha fotografato la situazione del monumento a Napoli Today: “È tutto sbagliato quello che accade al Maschio Angioino: Cappella Palatina con i frammenti degli affreschi di Giotto chiusa senza un perché. Prigioni visitabili solo con le guida di una cooperativa che ha le chiavi. Il patrimonio culturale di Napoli ha bisogno di essere affidato a persone competenti. Il Comune non ha personale, risorse e competenze per poterlo gestire. Prima si affida a privati, prima avremmo modelli virtuosi come quello delle Catacombe di San Gennaro. Per buona pace di tanti esperti di beni comuni”.

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