Napoli: la differenza tra Bersani e Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-03-09

Nel 2011 le primarie di Napoli furono annullate e il vincitore, Andrea Cozzolino, non venne candidato a sindaco. Il partito fu commissariato. Oggi il ricorso di Bassolino viene bocciato in modo schiacciante in attesa della commissione di garanzia. Ma nessuno del PD di Napoli si è evidentemente accorto di nulla

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«Eh no. Questo non è vero. In questo caso, nel caso delle primarie, il Pd, annusata la puzza di bruciato, ha azzerato le procedure». Dunque c’era puzza di bruciato? «Non abbiamo i mezzi delle Procure, per cui se, come nel caso di Napoli, partono le denunce, le accuse, i sospetti, essendo le primarie una procedura volontaria, bisogna intervenire preventivamente»: così parlava Andrea Orlando, commissario del Partito Democratico napoletano, nel 2011 quando le primarie di Napoli furono annullate e il vincitore, Andrea Cozzolino, non venne candidato a sindaco nonostante la vittoria. O tempora, o mores: all’epoca l’eurodeputato sbancò a Secondigliano, raccogliendo un numero enorme di voti – quasi quanto il numero degli elettori del PD alle ultime elezioni – tanto da fargli superare il vantaggio raccolto dal suo contendente Umberto Ranieri in tutti gli altri nove collegi della città.

Napoli: la differenza tra Bersani e Renzi

Perché vennero annullate quelle primarie? Per lo stesso motivo segnalato dal video di Fanpage.it che nel frattempo è stato visto da tutta Italia: irregolarità nei seggi e curiose votazioni che riunivano personaggi lontani dalla sensibilità del Partito Democratico che però si erano affrettati a presentarsi alle urne.  Raccontava all’epoca il Corriere del Mezzogiorno:

Ha cominciato Libero Mancuso, segnalando la presenza al voto in diverse zone della città, Barra, San Giovanni, Secondigliano, Scampia, Piscinola, Poggioreale ed altre ancora, di associazioni, comitati e cittadini «che notoriamente fanno riferimento al centro destra». Irregolarità riscontrate anche dai consiglieri regionali Corrado Gabriele e Angela Cortese, vicini ad Oddati, in modo ancora più esplicito: «Questa mattina – hanno spiegato – abbiamo avuto modo di verificare che in alcuni seggi a Scampia, a Barra e nel quartiere di San Carlo all’Arena personaggi estranei al Pd hanno condizionato il voto portando a votare persone in cambio di banconote».
Parla di gravi irregolarità in alcuni seggi dei Quartieri Spagnoli, di piazza Dante e di altre zone della città anche il comitato di Andrea Cozzolino che della vicenda ha informato il comitato di garanzia e, in alcuni casi, le forze dell’ordine. Lo stesso Ranieri ha chiesto l’intervento del comitato dei garanti. Dal Psi, in campo al fianco di Ranieri, si fa notare come la grande affluenza sia la conferma «della discesa in campo, con mezzi tutti da verificare, dei residui apparati di potere che hanno ‘sgovernato’ Napoli in questi anni». E chiedono di verificare gli episodi contestati sia Mancuso che Oddati.

Anche Nicola Tremante, all’epoca segretario provinciale del Partito Democratico, denunciò infiltrazioni e irregolarità e questo provocò la sua rimozione e l’approdo di Orlando come commissario. E Bersani? Bersani prima annullò l’assemblea nazionale che all’epoca doveva incoronare il vincitore. Poi parlò: «Adesso bisogna fare chiarezza. I problemi che sono emersi a Napoli dopo le primarie non possono condizionare il lavoro che si sta facendo nel Paese per costruire un’ alternativa. Ho chiesto alla presidente Rosy Bindi di sospendere l’assemblea nazionale, concepita anche per il lancio della candidatura a sindaco decisa dalle primarie, e chiedo un immediato incontro alla coalizione di centrosinistra che ha organizzato le primarie a Napoli per dare una risposta politica convincente ai problemi emersi dalla consultazione, al di là delle determinazioni procedurali della commissione di garanzia». E ancora: «Ritengo che questo sia il modo più onesto e serio di corrispondere efficacemente alla straordinaria volontà di partecipazione che i cittadini di Napoli hanno dimostrato. Dobbiamo infatti rivolgerci tutti alla nostra responsabilità principale: quella di non consentire che la destra fallimentare e impresentabile di Berlusconi e Cosentino possa prendere il governo della più grande città del Mezzogiorno, dalla quale deve invece venire un segnale di riscossa per il Sud e l’intero Paese».

È successo quello che / doveva succedere…

Poi le primarie a Napoli furono annullate. Oggi il comitato organizzatore delle primarie del centrosinistra a Napoli ha respinto il ricorso di Antonio Bassolino, che adesso approderà in commissione di garanzia.  – I membri bassoliniani della Commissione di garanzia delle primarie hanno abbandonato la riunione tuttora in corso.  Il ricorso è stato giudicato inammissibile da otto componenti della commissione, mentre solo uno, Fabio Benincasa, rappresentante di Centro democratico, ha votato a favore di Bassolino. In precedenza, si erano allontanati dai lavori per protesta, sottolineando come “gia’ scritto” lecito, due dei componenti della commissione, Vincenzo Serio, che il ricorso lo aveva presentato e firmato, e Antonio Guadagno, anche lui considerato in quota Bassolino. Intanto il video dei brogli viene sintetizzato in questo modo piuttosto inglorioso, nel quale ai giornalisti viene appicciato l’epiteto di bassoliniani allo scopo di inventare un complotto contro la povera vincitrice Valeria Valente:

“Si è voluto sporcare un successo perché la verità è che è stata rottamata l’intera classe dirigente napoletana anche intorno a Bassolino, tra cui imprese e giornalisti, e evidentemente la cosa ha dato fastidio”. Così il deputato del Pd Marco Di Lello commenta all’Adnkronos le polemiche sulle primarie di Napoli. “Quando c’è un cambiamento c’è sempre una reazione – prosegue Di Lello – Speravo ci fosse maggiore lealtà. Ne prendiamo atto e andiamo avanti ma non consentiremo a nessuno di sporcare una festa di 30mila elettori e un successo di una giovane donna che in queste cinque settimane ha navigato sempre contro corrente”. “Sui singoli casi è giusto che il partito sanzioni con serenità ma di qui a fare di tutta l’erba un fascio ce ne vuole – aggiunge – L’annullamento delle primarie sarebbe pretestuoso e surreale”. “Io penso che queste siano state tra le primarie più controllate nella storia napoletana e, a differenza di altre circostanze, con certezza possiamo dire che oltre 30mila persone si sono recate fisicamente a votare – aggiunge – Escludo brogli”.

L’inammissibilità del ricorso di Antonio Bassolino è stata approvata dal comitato organizzatore delle primarie del centrosinistra a Napoli con 8 voti favorevoli e uno contrario. L’unico voto contrario è stato di Fabio Benincasa, rappresentante di Centro Democratico. In attesa del probabile ricorso di Bassolino, la parte più significativa è che nessuno del PD napoletano si è accorto di nulla a parte Bassolino e i suoi sostenitori. Non un buon viatico per giudicare in buonafede chi decide.

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