Muna e Sara, la madre e la figlia fuggite dalla Somalia e accolte da una famiglia barese

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-28

La 22enne e la sua bambina hanno trovato accoglienza grazie al progetto Refugees Welcome Italia e a Etnie Onlus

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Hanno trascorso un Natale nel calore dell’abbraccio di una famiglia che ha aperto le sue porte per accoglierle dopo anni di difficoltà. Una storia a lieto fine, fatta di gesti importanti che vanno oltre i simboli e restituiscono il reale senso natalizio. Tutto merito di una coppia di medici in pensione che hanno deciso di aprire le porte di casa loro a Muna e Sara, madre e figlia che grazia al progetto Refugees Welcome e a Etnie Onlus hanno trovato quello spazio nel tessuto sociale della città pugliese per proseguire il loro percorso di integrazione.

Muna e Sara, madre e figlia fuggite dalla Somalia e accolte da una famiglia a Bari

L’arrivo, alla vigilia di Natale, in quella casa già addobbata a festa per il Natale. Muna e Sara sono state abbracciate da quel calore umano che i due medici in pensione, Giovanni e Teresa, che hanno deciso di dare loro uno spazio in cui vivere. Perché la donna, oggi 22enne, è figlia di un passato travagliato fatto di guerre civili, povertà e carestie. Era partita dalla Somalia quando era ancora minorenne, nel tentativo di cercare una vita migliore e, soprattutto, di sopravvivere a quella mattanza quotidiana che va avanti ininterrottamente dal 1986.

Questo era il prima, quella ferita indelebile che è stata ricucita con il suo arrivo in Italia come “minore non accompagnata”. Per questo motivo ha trascorso i suoi primi mesi nel nostro Paese in una comunità destinata ai minorenni. Poi, al compimento dei 18 anni, è stata trasferita in uno dei centri che fanno parte del sistema di accoglienza e integrazione (SAI) per richiedenti asilo e rifugiati. Poi, qualche anno dopo, Muna ha dato alla luce la piccola Sara che ora ha due anni. Per mantenere la piccola, la giovane donna somala ha iniziato a lavorare come cameriera in un ristorante di Bari.

Ed è lì che ha mosso i suoi primi passi verso un’integrazione che si è fatta ancor più prominente dopo la sua scelta di contattare Refugees Welcome del capoluogo pugliese. E proprio grazie alla onlus è entrata in contatto con quella coppia di medici in pensione che ha aperto le porte di quella abitazione, imbastita a festa per il Natale e per dare a Muna e Sara quella sensazione di casa che sembrava essere sconosciuta: “Sarebbe bello per me e mia figlia vivere un’esperienza con una famiglia italiana che possa diventare un riferimento di fiducia in un Paese straniero”, ha commentato la 22enne.

E sarebbe bello per molti poter condividere lo stesso destino e le stesse sensazioni che stanno vivendo Muna e Sara. Perché tante persone come i due medici in pensione di Bari hanno deciso di avvicinarsi a progetti come quello di Refugees Welcome ed Etnie Onlus dopo aver visto in televisione gli accadimenti in Afghanistan. Le immagini che arrivavano da Baghdad hanno aperto gli occhi anche su altre situazioni sparse nel mondo. E in molti attendono di poter abbracciare una famiglia italiana e vivere quello stesso calore.

(foto di copertina: da pagina Facebook Refugees Welcome Bari)

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