Fatti
Il caos calmo del M5S a Napoli
Alessandro D'Amato 26/02/2016
Francesca Menna o Stefania Verusio in pole position ma le espulsioni e gli attacchi di Saviano non rendono rosea la situazione dei grillini nel capoluogo campano. Intanto i cacciati si organizzano e potrebbero presentare una lista. E Fico ancora non parla
In principio fu Napoli Libera, poi arrivò la smentita del viaggio a Napoli di Casaleggio. Adesso è Roberto Saviano a demolire il MoVimento 5 Stelle a Napoli ancora senza candidato sindaco. In un’intervista a Conchita Sannino dove non fa prigionieri, Saviano ne ha anche per i grillini: “Il Movimento 5 Stelle, che sul Sud poteva fare la differenza, sconta un vizio di forma: essere sempre meno un partito e sempre più un’estensione della volontà di Casaleggio. Così il codice d’onore, la multe e – vedi Quarto – le espulsioni assumono un profilo pericoloso perché antidemocratico: quello della cessione di sovranità attraverso la negoziazione privata. Per logica dovrebbe essere: se vengo eletto, credo di poter amministrare secondo le specificità del territorio. Ma nel M5S non è così, perché basta invece prendere una decisione in disaccordo col direttorio per essere cacciato via. Mi domando se gli iscritti al Movimento questa cosa l’abbiano compresa, se la ritengano giusta o la subiscano. La mia sensazione è che anche per loro la politica ormai sia solo comunicazione”.
MoVimento 5 Stelle Napoli: il caos calmo
Il momento dei grillini di Napoli è complicato. Gianroberto Casaleggio è intervenuto nel blog di Beppe Grillo per smentire un articolo di Repubblica che raccontava di un suo viaggio a Napoli per dissuadere Francesca Menna, professoressa di igiene all’Università di Napoli e punta di diamante del MoVimento, dal candidarsi a sindaca. Sempre secondo l’articolo smentito di Bianca De Fazio Casaleggio avrebbe sentito anche altri aspiranti candidati, tra cui due presidi di istituti di Scampia e un architetto: francamente un po’ troppo da credere visto che in altri casi (vedi Milano) le “ingerenze” si erano fermate molto prima e anche senza smentite sui giornali che le avevano raccontate. Ma se è falso che Casaleggio sia stato a Napoli per fermare candidati e sceglierne altri, rimane che mentre a Torino, Milano e Roma si conosce il candidato del MoVimento 5 Stelle, a Napoli non si conosce nemmeno quale metodo si utilizzerà per sceglierlo. E la guerra intorno alla procedura di selezione rivelata dall’espulsione del gruppo Napoli Libera non depone certo a favore della tranquillità della situazione. In un articolo pubblicato dal Mattino un paio di giorni fa l’attivista Ernesto Brando spiegava che non tutto ruota attorno a Fico: «Quando Roberto non interviene dicono che è assente, quando lo fa dicono che cala le decisioni dall’alto. La verità è che lì dentro l’impazzimento è tale che certe dinamiche non si riescono più a governare. Da tempo il Meetup è occupato da persone che non hanno a cuore le sorti del Movimento: c’è solo la voglia di prevalere sull’altro, l’ansia di occupare una poltrona. Si stanno scannando per una battaglia tutta tra di loro, si è completamente perso di vista il vero obiettivo: il progetto, la voglia di fare qualcosa per la città. Anzi, sa che le dico? Se le cose stanno così, sarò il primo a non votare il M5S a Napoli»
Il gruppo di Napoli Libera, che aveva un candidato alternativo a quello di Fico da proporre (Roberto Ionta, che stava evidentemente preparandosi a scendere in campo con il gruppo) ventila la possibilità di formare una lista indipendente per presentarsi alle elezioni. Per Luca Capriello, uno dei 30 tra gli oltre 200 iscritti al gruppo pubblico ‘Napoli Libera’ : “Resta fondamentale per noi il ruolo centrale dell’assemblea, così da poter discutere insieme il modus per la scelta del candidato sindaco, e dimostrare una capacità di autodeterminazione nelle scelte politiche. Malgrado tutto cio’ che è accaduto – ha sottolineato l’ex pentastellato – e le mail che ci sono arrivate dai vertici romani, continuiamo a credere nel progetto del M5S”. Per questo indiranno una conferenza stampa sabato.
Sindaco o non sindaco
Intanto dall’altra parte il complottismo la fa da padrona e si immagina un M5S pronto a perdere perché Napoli sarebbe troppo difficile da amministrare: «Fatti due conti con l’inesperienza politica diffusa nel Meetup – quella che alcuni attivisti partenopei con una formula bonaria definiscono «beata ingenuità» – appare chiaro che amministrare il capoluogo campano significherebbe cimentarsi con un terreno minato. Un fallimento amministrativo comprometterebbe le aspirazioni nazionali dei due top player grillini. Sul filo di questo ragionamento sarebbe stata presa la decisione: rinunciare al governo della città per tenersi stretto un dna di lotta. Restare fuori dal Palazzo di città per coltivare quell’appeal corsaro che ha portato i Cinquestelle a tagliare il traguardo del 25 per cento».
Nel Meetup di Napoli intanto le discussioni sui 36 (o trenta, visto che sei non sono stati mai rintracciati) cacciati continuano a esserci:
Il presente Mu è convocato per valutare se le recenti sospensioni ed espulsioni siano state fatte senza una sufficiente condivisione ed informazione, e se i nostri dirigenti avrebbero dovuto discuterle in una apposita riunione pubblica, ascoltando anche le contro-deduzioni degli interessati. Si intende anche valutare se i nostri dirigenti stessi rispettino il seguente punto del Non-Statuto, art. 4 : “…senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi”.
Una sfida al fotofinish tra Francesca Menna e Stefania Verusio, attiviste della prima ora, vicinissime al presidente della Commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico, escluderebbe comunque ogni accordo con i 36. Menna e Verusio, a quanto si apprende gradite sia a Grillo che al Direttorio, si candidarono già alle amministrative del 2011 raccogliendo, rispettivamente, appena 44 e 3 preferenze. Ma il punto è che non è ancora chiaro se il metodo della consultazione online sarà utilizzato anche per Napoli. In questo caso, Menna, Verusio e gli altri candidati che hanno rispettato i requisiti di candidabilità del M5S, saranno chiamate a caricare sul blog di Grillo un video in cui presentano il proprio progetto per Napoli. Ancora difficile stabilire quando si svolgerà l’election Day, con i gruppi di lavoro del Movimento che continuano ad incontrarsi quotidianamente per stilare un programma elettorale di cui, al momento, si conoscono solo pochi punti. Sui social, gli espulsi continuano a chiedere a gran voce che la procedura di sospensione dal M5S venga avviata anche per i 17 iscritti al gruppo segreto “Fiato sul Collo in Regione Campania“, creato dalla stessa Verusio e dal marito Giuseppe La Venuta. Tra gli iscritti al gruppo facebook c’è anche Massimo Nonno, fratello del vicepresidente del consiglio comunale di Napoli Marco Nonno.