Cultura e scienze

La morte di Beppe Bigazzi e quella volta che propose in tv la ricetta per cucinare i gatti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-09

Nel febbraio 2010 la sua sospensione da La Prova del Cuoco a causa delle polemiche suscitate da una ricetta per cucinare i gatti data in diretta durante la trasmissione e dalle successive spiegazioni

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È morto oggi Giuseppe ‘Beppe’ Bigazzi, noto al grande pubblico per la partecipazione al programma televisivo “La prova del cuoco” con Antonella Clerici sulla Rai Uno. Aveva 86 anni ed era malato da tempo. L’annuncio della scomparsa è stato dato dallo chef Paolo Tizzanini, del ristorante L’Acquolina di Terranuova Bracciolini, il comune dove Bigazzi era nato il 20 gennaio 1933. L’amico Tizzanini, con cui aveva condotto un programma su Alice Tv, ha scritto su Facebook: “A cerimonia avvenuta vi comunico la perdita di un amico fraterno un grande uomo in tutti i sensi”. Bigazzi iniziò a dedicarsi alla sua passione per la gastronomia curando, dal 1997 al 1999, sul quotidiano “Il Tempo” con la rubrica “Luoghi di Delizia” e sempre nel 1997 pubblicò il libro “La Natura come Chef” che vince il premio “Verdicchio d’oro”. In televisione curò dal 1995 al 2000 la rubrica “La borsa della spesa” all’interno del programma Unomattina su Rai 1 e dal 2000 ha partecipato a “La prova del cuoco” insieme ad Antonella Clerici, sempre sullo stesso canale. In seguito, è passato a Sky, sul canale Alice, dove è stato co-conduttore del programma “Bischeri e bischerate”. Nel 2013 aveva il suo ritorno alla “La prova del cuoco”.

Risale al febbraio 2010 invece la sua sospensione da La Prova del Cuoco – allora condotto da Elisa Isoardi – a causa delle polemiche suscitate da una ricetta per cucinare i gatti data in diretta durante la trasmissione e successivamente spiegata dallo stesso Bigazzi così:

«Negli anni ’30 e ’40 come tutti gli abitanti della Val d’Arno a febbraio si mangiava il gatto al posto del coniglio, così come c’era chi mangiava il pollo e chi non avendo niente andava a caccia di funghi e tartufi non ancora cibi di lusso. Del resto liguri e vicentini facevano altrettanto e i proverbi ce lo ricordano. Questo non vuol dire mangiare oggi la carne di gatto, ho solo rievocato usanze». «Nella puntata di giovedì grasso – aggiunge il cuoco, giornalista, portabandiera di un ritorno ai cibi locali e genuini e autore di libri di cucina – ho parlato di un proverbio delle mie parti. A berlingaccio (il carnevale in dialetto) – chi non ha ciccia ammazza il gatto. Evidentemente qualcuno ha voluto capire che ho invitato a mangiare carne di gatto, ma è follia».

Nel marzo 2010 Bigazzi pubblicò anche un video su Youtube per difendersi dalle critiche piovutegli addosso nell’occasione.

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