Come Morisi e la Bestia la buttano in caciara (per fregare gli elettori leghisti)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-08-22

La Bestia del Capitano è in affanno: i leghisti iniziano a farsi domande scomode sulla strategia politica di Matteo Salvini. E così i geni della comunicazione del Carroccio tirano fuori Prodi, Bibbiano, Laura Boldrini e l’inciucio con il PD. Tutti capri espiatori per nascondere la fregatura che la Lega ha rifilato agli italiani facendo cadere il governo Conte. E sommergere i commenti negativi con una valanga di cuoricini verdi

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È in affanno Matteo Salvini dopo la battaglia in Senato e la fine del Governo Conte. Lo dimostra la nuova strategia comunicativa sui social impostata dal quel gran genio di Luca Morisi, quello che mentre il ministro dell’Interno parlava in Senato cinguettava sul discorso STRATOSFERICO del Capitano (per la prossima occasione suggeriamo l’uso di “tonitruante”, più di effetto). Il ministro dell’Interno a termine ha promesso una manovra economica da 50 miliardi di euro con Flat Tax al 15%, e logica vorrebbe che iniziasse a spiegare come e dove vuole trovare i soldi necessari, visto che nella Lega “ci stanno lavorando da mesi”.

La Bestia di Morisi alla ricerca di un capro espiatorio

Ma perché Salvini dovrebbe dire proprio oggi come vuole finanziare la Flat Tax quando per mesi mentre era al governo ha sparato numeri a caso? Le coperture proposte dalla Lega non coprono nulla, e questo non fa bene per la campagna elettorale. In più c’è il problema che ultimamente anche su Facebook (territorio dove a differenza di Twitter Salvini regna incontrastato) hanno iniziato a comparire commenti critici nei confronti della linea della Lega.

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Serve una mossa ad effetto, che distragga l’elettorato dandogli qualcosa su cui scaricare odio e risentimento. Mentre era al governo Salvini ha utilizzato a questo scopo l’ex ministra Elsa Fornero, durante la scorsa legislatura ha usato Laura Boldrini. Oggi invece è il turno di Romano Prodi “padrino del governo Renzi-Grillo”. La macchina della propaganda della Lega estrapola una frase dell’ex Presidente del Consiglio che dice di “non demonizzare Bibbiano”, nel senso di non demonizzare un intero paese e una collettività per i presunti reati commessi da alcune persone.

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Non c’è nulla di sbagliato in quello che dice Prodi, nessuno pensa che tutti i cittadini di Bibbiano siano colpevoli, anzi in teoria sono le vittime. Ma Morisi suggerisce invece che Prodi stia difendendo (ma è falso) chi ha commesso i presunti abusi. Il realtà sta solo difendendo una collettività che è fatta di persone innocenti fino a prova contraria. È lo stesso concetto che ripete spesso lo stesso Salvini riferendosi agli italiani come “60 milioni di innocenti fino a prova contraria”. Ma alla Bestia il giochino piace, perché consente ai commentatori di sfoderare tutto il repertorio di insulti e accuse nei confronti di Prodi: dall’ingresso nell’euro alla seduta spiritica durante il caso Moro passando per i “mortadella” e la parentela con Annamaria Franzoni.

La strategia della Bestia

In questo modo si ottiene un duplice risultato. Il primo è distrarre l’elettorato dall’interrogarsi su come Salvini intende realizzare le sue promesse. Il secondo è solleticare la pancia degli utenti per far scattare quel meccanismo pavloviano dell’insulto che consente di far scomparire i numerosi post in cui si critica la strategia del capo della Lega. Si dà così l’idea che il Popolo, la piazza virtuale, sia tutta dalla parte di Salvini. Così come la Lega deve dare l’idea di essere un partito monolitico appiattito sulle posizioni del capo così anche il suo elettorato deve essere specchio di questa compattezza.

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E così il ministro che sulla Open Arms non è stato in grado di mantenere le promesse di tenere chiuso il porto di Lampedusa e di mandare i migranti in Spagna va all’attacco della ministra della difesa Trenta che avrebbe dato l’ordine di “essere più morbidi” alla Marina Militare. Secondo la propaganda leghista sono le “prime prove tecniche di inciucio PD-5 Stelle”. Non sfugge che nella foto a corredo del post a fianco della Trenta c’è Laura Boldrini, che non è del PD ma di Liberi e Uguali.

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«Gratta il grillino, trovi il piddino» scriveva ieri Morisi. E la strategia è proprio questa: serve un nemico esterno, eccolo qui. È la più classica delle mosse Kansas City: sposta l’attenzione del pubblico dove è più conveniente in modo da distrarlo dal vero problema. E il vero problema non è un eventuale accordo PD-M5S quanto evitare l’aumento dell’IVA previsto nella manovra di Bilancio gialloverde. Ma gli elettori leghisti non devono pensare all’IVA al 25,2%, all’aumento delle accise e alla Flat Tax che non si farà. Devono pensare alla Boldrini, a Prodi, al PD, a Bibbiano.

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Ed eccolo quel gran genio di Morisi. Che gongola perché il Capitano ha vinto un sondaggio online “da che parte stai, con Salvini o con Conte” dopo averlo spammato nel gruppo di fedelissimi del Capitano Matteo Salvini Leader (da oltre 70mila membri) dove lo staff della Lega testa le strategie comunicative grazie al nocciolo duro di attivisti digitali. Che bisogno c’è di andare a votare? Il Popolo si è già espresso con un click su Facebook, e se non bastasse ci sono le piazzeSe dai l’idea di aver vinto hai già vinto, si riduce a questo tutto il lavoro di Morisi e soci. Chissà cosa direbbero quei leghisti ossessionati dai soldi se sapessero che il giochino è costato agli italiani 300 mila euro in un anno (questo è il costo dello staff della comunicazione assunto ai ministeri da Salvini). Chissà se iniziassero a chiedersi “ma dove li trova Salvini 23 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva”? E no, non vale rispondere “facciamo più debito”. Ma queste sono esattamente le domande che Morisi non vuole che i leghisti si facciano.

Leggi sull’argomento: Luca Morisi ammette che Salvini ha perso fan e Conte li ha guadagnati

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