Il monologo di Formigli che ricorda di cosa è stato capace Berlusconi quando era al potere | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-21

Con un lungo monologo in apertura di puntata, Corrado Formigli a PiazzaPulita dice la sua sulla candidatura di Silvio Berlusconi per il Quirinale

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Corrado Formigli contro la candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale: il conduttore di PiazzaPulita si è lasciato andare in apertura di puntata ad un lungo monologo esponendo i motivi per i quali non ritiene praticabile una salita al Colle da parte del Cav, non lesinando critiche alla politica incapace di trovare un nome alternativo a quello dell’ex presidente del Consiglio. “Non vi parlerò della sua storia giudiziaria, ci vorrebbero quattro puntate di PiazzaPulita. Mi limito a riassumervi questo: quattro processi in corso, escort varie, indagato nell’inchiesta di Firenze per le stragi del 1993, una condanna definitiva nel 2013 per frode fiscale, undici assoluzioni, dieci archiviazioni, otto prescrizioni e due amnistie. Da presidente, la sua foto sarebbe appesa in tutte le Procure della Repubblica: abbiamo provato a immaginare questo fotomontaggio con Antonio Di Pietro e accanto la foto di Silvio Berlusconi. Presiederebbe il Csm, in caso di condanna potrebbe perfino concedersi la grazia”.

Il monologo di Formigli che ricorda di cosa è stato capace Berlusconi quando era al potere

Formigli ricorda le leggi ad personam: “Da presidente del Consiglio ha utilizzato i propri poteri per rafforzare i suoi interessi politici, giudiziari e imprenditoriali. Io avevo 34 anni e lavoravo in Rai quando Berlusconi emise il cosiddetto Editto Bulgaro contro tre programmi televisivi. Ottenne la chiusura lo stop di quei professionisti dell’informazione e della satira (Biagi, Santoro e Luttazzi), e si sbarazzò di giornalisti critici, di trasmissioni che parlavano dei suoi processi, e di concorrenti televisivi dei suoi canali Mediaset. Poi ci sono le scene surreali se non comiche di un Parlamento in cui gli esponenti della sua maggioranza furono costretti al voto più umiliante della storia della Repubblica, quello su Ruby nipote di Mubarak”.

Poi, il conduttore riflette sul fallimento della politica in questo momento così importante per la Repubblica: “Allora viene da pensare, come è possibile che il nome di Silvio Berlusconi, dopo le cose che vi ho raccontato, sia pure con pochissime possibilità di farcela, con tutte le polemiche, di questi anni, ambisca alla carica più prestigiosa ed inappuntabile. La colpa non è sua, ha una fortissima spinta, un uomo amante dell’azzardo politico, ha legittimamente il desiderio di sognare di arrivare al vertice della sua carriera politica. Il problema sono gli altri, giovani leader talmente capaci di pensare in grande che non sono riusciti a trovare un nome alternativo per il Quirinale, Salvini e Meloni sono letteralmente incatenati al Cavaliere, hanno toni accesi nelle piazze e poi sussurrano al vecchio leader, incapaci di dirgli ‘no’. Il Partito democratico non ha un nome, aspetta che Berlusconi si schianti per poi sperare in un Mattarella Bis o in Draghi. Conte affonda nelle sabbie mobili di un partito in piena crisi, tra guerre interne e lo shock di Beppe Grillo, il fondatore, sotto indagine”. La chiusura del monologo contiene la sua preferenza per il Colle: “Di tutti i ‘quirinabili’ pochissimi hanno meno di 80 anni. È chiaro che in questo quadro Berlusconi ci creda ancora, ed è ovvio che a uno venga spontaneo chiedersi, solo per questa volta, sarebbe possibile avere – visto il panorama – Draghi sia al governo che al Quirinale?”.

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