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Mondo di Mezzo, gli ex PD Coratti e Tassone e l’ex PdL Tredicine in carcere

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-23

Le porte del carcere si sono aperte anche per Claudio Turella, Sandro Coltellacci, Franco Figurelli, Guido Magrini, Mario Schina, Marco Placidi

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È stato eseguito nella notte dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Roma, dopo la sentenza della Cassazione su Mondo di Mezzo, l’ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Roma per 8 persone. Le porte del carcere si sono aperte per l’ex presidente dell’Assemblea Capitolina Mirko Coratti, per l’ex dirigente che si occupava della cura del Verde a Roma Claudio Turella, Sandro Coltellacci, Franco Figurelli, Guido Magrini, Mario Schina, Andrea Tassone e Giordano Tredicine.

Mondo di Mezzo, gli ex PD Coratti e Tassone e l’ex PdL Tredicine in carcere

Il passaggio in giudicato della sentenza ha dato immediata esecuzione alla pena detentiva, precludendo, così come previsto dalla legge Spazzacorrotti, ai condannati la possibilità di richiedere e usufruire di misure alternative al carcere, come l’affidamento in prova ai servizi sociali o gli arresti domiciliari. L’ex presidente dem dell’Assemblea Capitolina Coratti dovrà quindi scontare una pena residua di 3 anni, 7 mesi e 6 giorni di reclusione, con pena accessoria di interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e incapacità di contrarre con la pubblica amministrazione per 4 anni e 6 mesi. L’ex presidente del X Muinicipio Andrea Tassone dovrà invece scontare una pena residua di 3 anni, 11 mesi e 16 giorni di reclusione con pena accessoria di interdizione perpetua dai pubblici uffici, incapacità di contrarre con la pa per 5 anni e interdizione legale durante l’esecuzione della pena. Tredicine è stato condannato a due anni e mezzo di carcere dal quale dovrà essere sottratto il tempo trascorso ai domiciliari.

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Le porte del carcere si sono aperte per Marco Placidi, ex responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Sant’Oreste. La Corte di Cassazione, ribaltando il verdetto d’appello, ha stabilito che l’organizzazione a delinquere capeggiata dall’ex Nar Massimo Carminati e dall’ex ras delle Cooperative Salvatore Buzzi non è stata un’associazione di stampo mafioso ma un’associazione a delinquere ‘semplice’. Di conseguenza, la pena andrà ricalcolata. Ci sarà dunque un nuovo processo d’appello, davanti a una sezione diversa da quella che aveva ipotizzato le mani della ‘piovra’ su Roma. La sesta sezione penale della Cassazione aveva al vaglio la posizione di 32 imputati, di cui 17 condannati dalla Corte d’Appello di Roma, lo scorso anno, a vario titolo per mafia (per associazione a delinquere di stampo mafioso, o con l’aggravante mafiosa o, ancora, per concorso esterno). Tra questi, oltre a Carminati e a Buzzi (condannati rispettivamente a 14 anni e 6 mesi e a 18 anni e quattro mesi), anche Luca Gramazio, ex capogruppo PdL alla Regione Lazio (8 anni e 8 mesi), e Franco Panzironi, ex ad dell’Ama (8 anni e 4 mesi). Per tutti ci sarà un nuovo processo. Inoltre, per quanto riguarda Buzzi, la Cassazione lo ha assolto da due delle accuse contestategli, di turbativa d’asta e corruzione, mentre per Carminati cade anche un’accusa di intestazione fittizia di beni. In conseguenza della riqualificazione del reato di associazione mafiosa in associazione a delinquere semplice, la Cassazione ha pure annullato alcuni risarcimenti nei confronti delle parti civili, tra cui associazioni antimafia.

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