Mohammed Emwazi è Jihadi John

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-02-26

Il carceriere dell’ISIS ha ora un nome e un cognome. Su di lui una brutta storia con l’MI5 e un passato di presunto jihadista in Somalia. Fino alla follia dello Stato Islamico

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Si chiama Mohamed Emwazi, è di Londra ed ha 27 anni. Il boia dell’ISIS che è comparso nei video in cui si mostrava l’uccisione degli ostaggi ha un nome, e a rivelarlo sono la BBC e il Washington Post . Il vero nome di Jihadi John era già noto alle autorità britanniche che hanno deciso di non rivelarlo prima per non compromettere le indagini. Emwazi era apparso per la prima volta nel video della decapitazione del giornalista americano James Foley lo scorso agosto. L’uomo viene da una famiglia agiata dell’ovest di Londra e si sarebbe laureato in informatica. Si pensa che sia arrivato in Siria per unirsi all’Isis nel 2012.

Jihadi John a fianco dei tre uomini prima dell'esecuzione (fonte: CBSnews.com)
Jihadi John a fianco dei tre uomini prima dell’esecuzione (fonte: CBSnews.com)

MOHAMED EMWAZI È JIHADI JOHN
«Non ho alcun dubbio che Mohamed sia Jihadi John», ha detto uno degli amici stretti di Emwazi in un’intervista al Washington Post. «Era come un fratello per me….Sono sicuro che è lui». Anche il portavoce di un gruppo che si batte per i diritti umani in Siria, che lo aveva conosciuto, ha detto di averlo riconosciuto nei video. Mohamed Emwazi è cresciuto in un quartiere borghese di Londra e in qualche occasione ha pregato in una moschea a Greenwich. Gli amici hanno parlato di una sua radicalizzazione dopo un viaggio in Tanzania in seguito alla laurea conseguita all’università di Westminster. Sul Washington Post si racconta che in occasione del viaggio John si era trovato in compagnia di due amici, un tedesco convertito all’Islam di nome Omar e un altro uomo, chiamato Abu Talib. Una volta sbarcati a Dar es Salaam, nel maggio 2009, i tre sono stati arrestati dalla polizia e trattenuti durante la notte, poi rispediti all’aereoporto. Emwazi è atterrato ad Amsterdam, dove ha sostenuto che un ufficiale da MI5, i servizi segreti della Gran Bretagna, lo ha accusato di cercare di raggiungere la Somalia, per unirsi al gruppo militante al-Shabab, secondo le e-mail che lui stesso ha inviato a Qureshi e che sono stati lette dal WAPO. La storia è stata raccontata in un articolo del 2010 apparso sull’Independent. Una volta tornato in Gran Bretagna, Mohamed Emwazi si è trasferito in Kuwait per lavorare in un’azienda di informatica, ed è tornato a Londra due volte. La seconda volta però è stato di nuovo trattenuto dai servizi segreti a Londra e successivamente gli è stato impedito di tornare in Kuwait per un’accusa di terrorismo. Poi nel 2012 ha fatto perdere le sue tracce.
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LA SIRIA E IL JIHAD
Una volta nel paese, Emwazi ha contattato in qualche occasioni la sua famiglia e i suoi amici, senza spiegare loro cosa facesse nel paese. Un ex ostaggio ha detto che Jihadi John faceva parte della squadra che faceva la guardia ai prigionieri occidentali nel carcere di Idlib in Siria, nel 2013. Con lui c’erano altri due uomini con accenti inglesi, uno dei quali era stato soprannominato George. Emwazi ha anche partecipato a torture nei confronti di quattro ostaggi con la tecnica del waterboarding. Nei primi mesi del 2014 gli ostaggi sono stati spostati a Raqqa, capitale dello Stato Islamico, e si sono accorti che i tre carcerieri avevano assunto ruoli di maggiore potere all’interno dell’ISIS. Nello stesso periodo uno degli amici londinesi di Emwazi lo aveva contattato via mail per chiedergli il suo numero di telefono. Senza risposta. Fino a ieri si riteneva che l’uomo, dall’accento britannico, fosse un ragazzo inglese di 23 anni di origine egiziana identificato inizialmente dall’MI6 (secondo una fonte non meglio precisata del Sunday Times) con Abdel-Majed Abdel Bary, noto anche come Lyricist John.  Il direttore dell’FBI aveva però rifiutato all’epoca di dare ulteriori dettagli riguardo l’identità di Jihadi John, si sapevo solo che era un cittadino britannico e che per arrivare all’identificazione erano state utilizzate sofisticate tecniche di riconoscimento vocale incrociate con i dati riguardanti tutti quegli occidentali che sono andati in Siria a combattere per l’ISIS. L’FBI è inoltre impegnata a identificare altri due terroristi di lingua inglese che appaiono in altri video diffusi dall’ISIS e avrebbe già identificato almeno una dozzina di altri combattenti jihadisti di origine occidentale. Emwazi sarebbe collegato anche ad un sospetto, che era sotto il controllo dei servizi, trasferitosi in Somalia nel 2006 e legato ad un network per il finanziamento del gruppo terroristico degli al-Shabab. Jihadi John sarebbe apparso anche nei video della decapitazione degli americani Steven Sotloff e Peter Kassig e dei britannici David Haines e Alan Henning, oltre che in quello dell’esecuzione di due ostaggi giapponesi.
 

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