Minibot: il mondo è piccolo e il FT mormora “l’Italia vuole uscire dall’Euro”

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-06-05

La notizia che la Camera ha votato una mozione per impegnare il Governo a introdurre i “titoli di Stato di piccolo taglio” è giunta alle orecchie di un piccolo giornale assolutamente non influente quando si parla di economia e finanza pubblica. Come andrà a finire?

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Vi ricordate la storia della mozione sui Mini-Bot votata all’unanimità dalla Camera il 28 maggio scorso? I parlamentari del PD hanno cercato di giustificarsi dicendo che nel testo iniziale non c’era alcun riferimento ai “titoli di Stato di piccolo taglio” e che si è trattato di un semplice errore. Peccato che nei verbali della seduta si legga chiaramente che durante i loro interventi sia l’onorevole Rizzetto che l’onorevole Baldelli abbiano fatto un esplicito riferimento ai MiniBot durante il loro intervento.

Come la storia dei Minibot nuoce gravemente alla reputazione del Paese

Se è doveroso puntare il dito contro chi dall’opposizione dovrebbe lavorare per evitare cose del genere non si può certo fare una colpa a Lega e M5S. In fondo i Minibot non solo sono nel programma della Lega ma fanno parte del contratto di governo. Incredibilmente però nonostante tutte le rassicurazioni di chi dice che non hanno nulla a che fare con l’uscita dall’euro futura o futuribile qualcuno ha capito che l’Italia si sta in qualche modo preparando ad un’uscita dalla moneta unica.

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Ad esempio oggi sul Financial Times – non proprio l’ultimo dei quotidiani economici – si parla della mossa della mozione in termini poco rassicuranti. Non tanto per il valore dell’atto parlamentare – che è assai scarso fino a che il Governo non dovesse decidere di farlo proprio – ma per quello che rappresenta. Inutile nasconderlo: sono settimane queste in cui Matteo Salvini va in giro per gli studi televisivi a parlare di usare la ricchezza degli italiani, di fare almeno 30 miliardi di debito pubblico in più e propone che sia la BCE a farsi garante del nostro debito.

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Al FT hanno capito bene che quello che è stato votato alla Camera la settimana scorsa ha poco valore dal punto di vista della concreta introduzione dei Minibot. Non c’è al momento un progetto di legge per introdurli. Ma questo certo non è una grande fonte di rassicurazione per chi il nostro debito pubblico lo compra (e si aspetta che l’Italia lo ripaghi, con gli interessi).

Un voto simbolico che rende più baldanzosi gli euroscettici

Il Financial Times scrive che il voto sui Minibot è stato “largamente simbolico”, ma si tratta di un simbolismo pericoloso perché non fa altro che ringalluzzire le speranze e le attese degli euroscettici, ovvero di coloro che “non nascostamente” continuano a spingere per una disastrosa uscita dall’Unione Europa da attuarsi non tanto tramite l’attivazione del famoso articolo 50 quanto tramite una fantomatica revisione dei trattati per un ritorno ad uno stato pre-Maastricht che tutti sanno non avverrà durante questa legislatura europea. Del resto il Presidente della Commissione Bilancio ha le idee chiare e traccia già una road map: «Una cosa per volta, le mozioni sono atti di indirizzo, dopo gli atti di indirizzo seguono le leggi».

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Il problema non è semplicemente che «i minibot stanno mandando ai matti un po’ di gente» ma che il genio dei Minibot è uscito dalla lampada e non è detto che bastino le rassicurazioni dei no-euro – ovvero di quelli che continuano a dire che bisogna uscire dall’euro ma che non è nel contratto e che allo stesso tempo dicono che in ogni caso non è che puoi davvero dirlo quando esci sul serio altrimenti i mercati ti massacrano – per tenere a bada i mercati e gli investitori. A meno naturalmente che i suddetti no-euro non decidano che a finanziare il debito pubblico italiano provvederanno loro acquistando di tasca loro miliardi di euro di titoli di Stato. Questa sì che sarebbe una mossa sovranista.

Leggi sull’argomento: La Lega non vuole uscire dall’euro. Parola di Bagnai. Ma cosa vogliono fare all’Europarlamento?

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