La grande spartizione tra coop bianche e rosse

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-06-06

Ex comunisti ed esponenti di Comunione e Liberazione andavano d’amore e d’accordo per spartirsi il business dei migranti. Dal Cara di Mineo a quello di Castiglione di Porto; con gli appetiti dei partiti da soddisfare in primo piano

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Per magnasse Roma, serviva l’accordo a tavola. E quello tra coop bianche e coop rosse che emerge dalla seconda ordinanza di Mafia Capitale è un legame in cui tutti vanno d’amore e d’accordo al di là dell’ideologia. D’altro canto con 90 milioni in palio per la gestione dell’emergenza migranti, di spazio a tavola ce n’era per tutti. Ecco perché Salvatore Buzzi e i manager della coop La Cascina, legata a Comunione e Liberazione, non avevano problemi ad accordarsi.
 
MIGRANTI, LA GRANDE SPARTIZIONE TRA COOP BIANCHE E ROSSE

Ecco così che l’ex comunista Salvatore Buzzi fa affari con i ciellini de La Cascina. Le due coop si sono spartite la gestione del Cara di Castelnuovo di Porto, 12 milioni di euro di bando, ripartito secondo la filosofia di Buzzi: «Nun ce famo la guerra, famo un accordo». Racconta Maria Elena Vincenzi su Repubblica:

Estate del 2014: il Campidoglio indice una gara per l’assegnazione di una serie di servizi per l’accoglienza di 580 persone nel residence di Val cannuta. Valore dell’affare: 1 milione 600mila euro. Buzzi sa bene che cosa deve fare: vincere. E per esserne certo non vuole concorrenti. Tanto che, scrivono i pm Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli, «iniziava un’attività intesa a contattare gli altri concorrenti, per definire i reciproci accordi di desistenza sulle diverse gare ovvero per spingere sui loro rappresentanti a non partecipare alla gara». Tra quelle che Buzzi chiama, c’è Un Sorriso, guidata da Gabriella Errico (indagata e perquisita). Poche ore dopo, il ras delle cooperative riporta a Carminati la conversazione.
B: «du calci in culo…. ti ammazzo….io non vengo sul tuo, tu non vieni sul mio e nessuno va su nessuno».
C: «Nessuno va su nessuno, certo».
B: «E l’unico che c’avevamo che poteva andare su qualcosa perché non c’aveva un cazzo gli ho detto: “stattene a casa. Il prossimo giro troveremo qualcosa anche per te”… eccolo qua,vedi, questo è Pulcini, Progetto Recupero, Un Sorriso, Osa Major, Ambiente Lavoro Eriches ed Inopera. Inopera l’ho fermati che so’ amici».
C: «Ah».
B: «Questi semo noi, Osa Major eh… so’ i preti…questi so amici l’ho fermati….Progetto Recupero è sto stronzo di Amore (Fabrizio, indagato, ndr) però siccome pure lui c’ha il residence suo…».
La gara viene vinta dalla Eriches 29 di Buzzi che ai suoi dice: «Per l’emergenza abitativa allora noi, praticamente, ci siamo fatti tanti debiti, davvero tanti debiti, perché si so’ fermati tutti. I peggiori sono stati tutti fermati».

Un’altra spartizione riguarda la gara del servizio Cup della Regione, un bando da quasi 92milioni. Affarone sul quale, questo lo spirito di Buzzi, devono guadagnarci tutti:

Chiosano i pm: «Il colloquio rivela l’esistenza di un accordo tra le forze politiche di destra e di sinistra, vale a dire tra quelle di maggioranza e di opposizione, sulla spartizione dei singoli lotti i quali dovevano essere assegnati a società vicine all’uno e all’altro schieramento politico, in maniera predefinita». Tra le persone contattate c’è anche Maurizio Marotta, presidente della Cooperativa Capodarco, uomo che, secondo i carabinieri del Ros, risulta avere rapporti conflittuali e interessi contrapposti a Salvatore Buzzi. Eppure anche loro, sostiene l’accusa, avrebbero partecipato alla spartizione.
Come spiega lo stesso Buzzi. «Allora, praticamente, noi c’avemo sui centri di prenotazione della Asl, un lavoro da 2 milioni come Formula Sociale…forse pure meno… è uscita la gara regionale, dove Marotta Capodarco c’avevano da difende il 60-70% del fatturato che facevano. Gli abbiamo detto: “Scusa ce la facciamo insieme, ci li lasci due milioni a noi?»… dice: “Ah, no, a me me lo devono dì”. E non ce l’ha voluto lascià. Marotta ne pigliava due e il quarto noi… e allora ha fatto fuoco e fiamme, è andato a parlare da Gramazio che li voleva tutti e quattro». Ma anche in questo caso, però, l’affare va come vuole Buzzi.

Le mani di Mafia Capitale sull'Italia (La Repubblica, 15 dicembre 2014)
Le mani di Mafia Capitale sull’Italia (La Repubblica, 15 dicembre 2014)

NELLA MANGIATOIA C’È SPAZIO PER TUTTI
E qui arriva la seconda parte dell’inchiesta, quella che ruota intorno al C.A.R.A. di Mineo , al sottosegretario indagato Giuseppe Castiglione e agli intrecci con il ruolo di Luca Odevaine presso il Viminale. Scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere:

Al Viminale il ruolo chiave per l’assegnazione degli appalti legati ai centri di accoglienza mostra di averlo Odevaine. Luistesso si vanta di aver orientato in alcuni casi le scelte dell’allora sottosegretario Castiglione. E il 21 marzo 2014 all’amico commercialistache gli gestisce i conti e si occupa di trasferire per lui i soldi delle «mazzette» all’estero, racconta di aver parlato con il soggetto attuatore, onorevole Castiglione: «Gli ho detto: dobbiamo assolutamente valorizzare tutte le realtà locali, fare un Consorzio di Cooperative che gestisca, però ‘sta roba qua non può essere affidata solo a piccole cooperative locali, consorzi,perché così andiamo…perché qua se qui non se fa una cucina la Croce Rossa andrà via e si porterà via la cucina allora c’erano 2.000 persone se qui non se fa una roba che c’abbiauna sua professionalità rischiamo un disastro… non se po’ fa per cui alla fine lui capisce gli dico noi dobbiamo creare un gruppo poi facciamo la gara,però certo favoriamo le condizioni per cui ci sia un gruppo forte per cui gli presento, ne parlo con questi dell’Arciconfraternita a Roma e loro nel frattempo si erano appunto fusi con “La Cascina”».

GIUSEPPE CASTIGLIONE CARA MINEO 1
L’obiettivo di Odevaine appare chiaro: mettere d’accordo chi affida le gare e chi è disposto a pagare per vincerle. E a quanto sostiene, raggiunge lo scopo. Anche perché c’è da soddisfare un partito, l’NCD di Alfano:

A Bravo dice: «Ho conosciuto loro e gliel’ho presentati a Castiglione e lui si è avvicinato molto a Comunione e Liberazione, insieme ad Alfano e adesso loro, Comunione e Liberazione di fatto sostiene strutturalmente tutta questa roba di Alfano e del centrodestra, stanno proprio finanziando e Castiglione fa il sottosegretario all’Agricoltura però ed è il loro principale referente in Sicilia cioè quello che poi gli porta i voti, perché poi i voti loro ce li hanno tutti in Sicilia. Per cui diciamo io li ho messi insieme e si è strutturata questa roba e dopo di che abbiamo fatto questa cosa di Mineo. La prima gara io ho fatto il presidente della Commissione e poi c’è stata una seconda gara e poi adesso questa è la terza gara che si fa e in tutte e tre io ci so’stato in Commissione. Perché poi alla fine il referente per Mineo ero io, perché Castiglione, cioè, lui era il soggetto attuatore però poi lui a sua volta mi ha subdelegato a me a gestire tutto».

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