Migranti, come Lamorgese batte Salvini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-30

L’anno si chiude con poco meno di 12mila sbarchi. Altri numeri per rimpatri e ricollocamenti

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Luciana Lamorgese batte Matteo Salvini. Virginia Sala sul Fatto Quotidiano oggi fa il punto sull’emergenza inventata che il leader della Lega sbandiera per farsi campagna elettorale e spiega che c’è pochissima trippa per gatti, visto che  questi sono i dati ufficiali al 27 dicembre: nel 2019 sono sbarcate poco meno di 11.450 persone, a dicembre circa 560, effettivamente in aumento da settembre (2.500, 2.000 e 1.200 tra settembre e novembre mentre erano tra i mille e i 1.200 tra giugno e agosto, poche centinaia nei primi mesi).

Ma di cosa parliamo? DI POCHE migliaia di persone e nessuna emergenza, almeno per ora. Basta infatti allargare lo sguardo a una prospettiva annuale per riportare il fenomeno alle sue reali dimensioni e verificare che se a fine dicembre 2018 gli sbarchi erano stati 21 mila, nel 2017 e nel 2016, rispettivamente ce n’erano stati 118mila e 181mila. Non è neanche semplice attribuire univocamente il merito del calo degli sbarchi a qualche politico o a qualche porto chiuso.

Assodato, infatti, che l’impatto più rilevante l’hanno avuto i pur discussi accordi negoziati nel 2017 da Marco Minniti con le autorità di Tripoli e dintorni, secondo gli ultimi dati dell’Unhcr tra il mese di gennaio e la seconda metà di dicembre, dall’Africa sono partite 123mila persone, meno delle 141mila del 2018, e nel contesto di questo progressivo, seppur lento, calo la Grecia ha accolto oltre 73mila stranieri mentre 31mila hanno raggiunto la Spagna.

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ALTRI NUMERI per i rimpatri e i ricollocamenti. Nel primo caso, i forzati sono aumentati. Al 23 dicembre erano 6.986, il 4,4 % in più rispetto ai 6.820 del 2018, di cui 2.300 da settembre (657 in media al mese contro i 574 dei primi otto mesi). Certo, sono dati che riguardano migranti in Italia da anni e di poco più dell’1 per cento degli irregolari che, oltretutto, sono in aumento per l’abolizione della protezione umanitaria (decreto Salvini 1) e la stretta sull’asilo (iniziata conMinniti) a cui si aggiunge l’esclusione di almeno 30 mila su 100 mila richiedenti asilo dal sistema dell’accoglienza, per la quale pochi giorni fa il Tar del Veneto ha stabilito la non retroattività del Decreto sicurezza a chi si è già visto riconoscere il diritto ad accedere al sistema.

Aumentano anche i ricollocamenti nei Paesi Ue, passati dagli 11 al mese sotto il ministero di Salvini ai 98 al mese da quando si è insediata la Lamorgese. Qualcosa insomma si è mosso: secondo l’accordo di Malta dovrebbero essere ricollocati entro quattro mesi dallo sbarco, i tempi sono molto più lunghi. Ma non è una gara. Meglio tenerlo a mente, soprattutto nella prospettiva di un progressivo aumento delle tensioni in Libia.

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