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“Abbiamo creduto che bastasse goderci la pace per far sparire la guerra”, Michele Serra sull’Ucraina (e non solo) | VIDEO
neXtQuotidiano 07/03/2022
Il giornalista, nel suo editoriale a “Che Tempo che fa”, ripercorre la storia del mondo e la modernità: quelle percezioni che fanno apparire la guerra distante da noi, nonostante il mondo ci sia immerso
L’immagine di un padre che parte per la guerra. Un padre che, all’epoca dei fatti, era un figlio. Così Michele Serra ha voluto raccontare quel lato dei conflitti armati che non si sono mai fermati – nonostante la percezione storica – fin dall’inizio del Secolo scorso. In molti hanno creduto che parlare di guerra fosse un esercizio storico che non ci toccava da vicino, ma il giornalista sottolinea come la realtà sia ben diversa dall’apparenza. Come, anche se non se ne parla, la guerra fa parte del quotidiano del Mondo.
«Abbiamo creduto che bastasse goderci la pace per far sparire la guerra. Il classico pensiero magico».
Michele Serra a #CTCF pic.twitter.com/2qOqIMrHUZ
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) March 6, 2022
Michele Serra e le guerre che non si sono mai spente in Europa e nel Mondo
La riflessione del giornalista e scrittore parte da una immagine ingiallita che mostra quattro uomini. Una fotografia scattata nel luglio 1942 a Porto Empedocle e che immortala quattro soldati in partenza per fare la Guerra in Africa. Tra di loro, quello più a destra con i baffi, anche Franco Serra. Suo padre. Ottanta anni fa, quando suo padre aveva 22 anni. E Michele Serra racconta di come quell’uomo fu fatto prigioniero dagli inglesi durante quel conflitto. Una detenzione conclusasi solo nel 1946, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
U’immagine da cui inizia un discorso di stretta attualità, partendo dal fatto che quell’uomo, suo padre, non gli abbia mai raccontato di quella guerra. Un silenzio che si è riflesso su quella generazione di cui lui dice di far parte: quella dei cosiddetti “baby boomer”. Un’epoca storica fatta di quelle ceneri che sono rimasti invisibili, coperte da un periodo di agio e situazioni socio-economiche tutt’altro che negative. Ed è lì che Michele Serra spinge la sua riflessione:
“Un errore grave lo abbiamo commesso: abbiamo creduto che bastasse goderci la pace per far sparire la guerra. Il classico pensiero magico. La guerra non è mai finita. Dal ’45 a oggi nel mondo, tra grandi e piccole le guerre sono state quasi 300. I morti decine di milioni, probabilmente il conto totale supera quello della seconda guerra mondiale. È aumentata la percentuale delle vittime civili. Le principali guerre in corso sono in Yemen, Etiopia, Siria, Sudan, Myanmar, Libia, Iraq e naturalmente Ucraina”.
Michele Serra, dunque, sottolinea come lo stupore per il “ritorno della guerra in Europa” sia del tutto non contingente con la realtà. Ma quei conflitti ci sono sempre stati, come 30 anni fa nell’ex Jugoslavia. Tensioni vicino alle porte delle nostre case che non possono far stare tranquilli.
“Per fortuna c’è chi la guerra non l’ha mai dimenticata. Non perché la fa, ma perché ci lavora in mezzo. I soccorritori, i medici, i volontari, i funzionari che si occupano dei profughi, dei feriti, degli orfani”.
Infine chiude sui padri e i figli. Perché la percezione è quella che le guerre del passato siano dei padri. In realtà, quei padri erano dei figli ai tempi dei conflitti. Lo erano durante la Seconda Guerra Mondiale, lo sono oggi in Ucraina.
(foto e video: da “Che Tempo che Fa”, RaiTre)