L’ultima di Giorgia Meloni: “Una scuola senza bocciature” (se diventa premier)

di Chiara Capuani

Pubblicato il 2022-05-01

Durante la conferenza di Fratelli d’Italia, a Milano, Giorgia Meloni ha presentato i punti del programma di governo della destra.

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Una scuola senza più bocciature. È questa la proposta di Giorgia Meloni che, nella mattinata della seconda giornata di lavori della conferenza di Fratelli d’Italia, a Milano, ha presentato i punti del programma di governo della destra. Da una giustizia con poteri limitati per i pm a un welfare che prevede pensioni più alte per gli anziani che provvedono economicamente ai nipoti. E poi sì, la scuola, dove la leader di Fratelli d’Italia immagina l’addio al sistema delle bocciature.

E tra una domanda su Salvini e l’altra (“Dov’è?”, “Se passasse a salutare sarei contenta, secondo me sarebbe anche carino”), Meloni delinea il suo programma per la scuola, basato sul sistema dei livelli. L’idea è quella di riprendere il modello degli A – LEVELS tipicamente britannici. In poche parole: “Non ti boccio mai ma anziché certificare il falso come spesso oggi avviene, alla fine della scuola secondaria certifico in modo accurato e fedele il livello di conoscenza che hai raggiunto”.

L’ultima di Giorgia Meloni: “Una scuola senza bocciature” (se diventa premier)

Un’idea promossa in primis da Ricolfi, che ha definito una riforma scolastica di questo tipo “rivoluzionaria”. E alla platea di Fdi raccolta ad ascoltarlo ha affermato che “l’idea di Meloni di un “liceo del made in Italy” gli piace molto “perché utile a contenere il meccanismo delle lauree deboli in Italia”. Inoltre, sempre secondo Ricolfi, la Meloni avrebbe “raccolto idee della sinistra che erano rimaste orfane”. Soprattutto perché “le riforme della scuola progressiste, promosse con l’idea di aiutare i ceti deboli, hanno aumentato le disuguaglianze. Perché un’istruzione di basso livello danneggia i ceti popolari. In quanto i ceti ricchi hanno la possibilità di supportare i figli con ripetizioni e lezioni private. Mentre i ceti popolari devono accontentarsi  di un’istruzione di scarso livello”.

 

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