Il medico aggredito da un paziente per il colore della pelle: “Sei nero non toccarmi, mi attacchi le malattie”

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-08-18

“Le istituzioni non devono permettere che il loro linguaggio rassicuri la violenza razzista e fascista”, ha detto il medico aggredito

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Un nuovo e gravissimo episodio di razzismo ha avuto luogo la scorsa notte al Punto di Primo Intervento di Lignano Sabbiadoro, dove Andi Nganso, medico 32enne di origini camerunensi e referente Public Health per la Croce Rossa Italiana, è stato aggredito da un paziente che gli ha rivolto pesanti insulti a sfondo razziale. L’episodio è stato denunciato dal medico stesso attraverso un post pubblicato sui suoi profili social in cui si legge: “Ho subito la violenza verbale razzista più feroce della mia vita e ho deciso, di concerto con il mio legale, di sporgere denuncia”.

Le parole del dottor Andi Nganso: “Istituzioni non permettano che il loro linguaggio rassicuri la violenza razzista e fascista”

Tutto è partito quando il dottor Andi Nganso, laureato in Economia Aziendale e in Medicina a Varese, ha preso in cura il paziente di 60 anni che era appena arrivato in ospedale a causa di alcune lesioni rimediate durante una rissa. L’uomo, dopo aver rivolto commenti sessisti a un’infermiera, se l’è presa pure con il medico, rivolgendogli decine di insulti, tutti in riferimento al colore della pelle del sanitario: “Negro bastardo schifoso, pezzo di m***, che schifo. Preferivo due costole rotte in più piuttosto che un dottore negro. (…) Mi viene da vomitare, se lo sa Zaia… Croce Rossa Lignano, i negri all’arrembaggio. La laurea da voi costa 500 dollari, pezzente. Non toccarmi, che mi attacchi le malattie”.

Il dottor Nganso ha messo l’accento sui numerosi riferimenti del paziente al presidente di Regione leghista Luca Zaia e ha scritto: “Voglio poter condividere che la necessità di denunciare non è legata al desiderio di una giustizia unicamente personale, ma è l’esigenza di manifestare un atto di resistenza ad un odio e ad un razzismo che non solo esistono in questo Paese, ma che si fanno forti quando la prossimità di un appuntamento elettorale suggerisce che certe posizioni saranno tutelate (…). Le istituzioni non possono permettere che il loro linguaggio possa rassicurare la violenza del pensiero razzista e fascista”.

Poi, Nganso ha concluso: “Non c’è niente di sporco e di schifoso nel coraggio del 19enne che sono stato di decidere di voler venire a studiare in Italia. Non c’è niente di sporco o di schifoso nella mia laurea in medicina e chirurgia, nei miei anni passati a lavorare in Croce Rossa Internazionale al fianco al Presidente Rocca. Non c’è niente di sporco e di schifoso nella scelta di voler proseguire il mio percorso professionale nel salvare vite nonostante la delicata complessità della medicina d’urgenza. È tutto limpido e tutto splendido nella mia nerazza e nelle mie radici Bamileke di cui sono profondamente orgoglioso”.

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