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“Modificare la legge 194? Sì, ma per garantire alle donne il diritto all’aborto”, così Maura Gancitano replica a Giorgia Meloni | VIDEO
neXtQuotidiano 20/09/2022
La filosofa e co-fondatrice di Tlon svela il vero piano dialettico della leader di Fratelli d’Italia
Il colpo di teatro lo ha offerto Giorgia Meloni la scorsa settimana, dichiarando di essere a lavoro per modificare (ma non cancellare) la legge 194 – quella sulle interruzioni di gravidanza – in modo da consentire a tutte le donne di poter scegliere di “non abortire”. Ovviamente si tratta di un tema che è già previsto da quella normativa entrata in vigore nel 1978. Il vero problema – il classico “non detto” della leader di Fratelli d’Italia – è l’esatto opposto ed è stato spiegato con dovizia di particolari da Maura Gancitano.
Maura Gancitano spiega la vera strategia di Giorgia Meloni sulla legge 194
Questo il pensiero di Maura Gancitano ospite, lunedì sera, di Lilli Gruber a “Otto e Mezzo”, su La7:
“Anche questo è un modo per far passare l’idea di essere innocua, che poi è un qualcosa che penso Giorgia Meloni abbia cercato di fare in queste settimane. Anche per difendersi, ma soprattutto per coinvolgere degli elettori che poteva essere spaventati all’idea di votare una post-fascista. Quindi lo fa perché non può dire dichiaratamente in Italia che vuole abolirla (in riferimento alle legge 194, ndr). Lo fa sulla base di come è scritta quella legge, perché il problema di quella legge è che è una legge degli anni ’70 che parte dall’idea del diritto alla vita. Quindi all’interno della legge ci sono strumenti che cercano di garantire alle donne che non vorrebbero abortire di non farlo. Queste cose in Italia non solo sono già garantite, ma il problema è il contrario. Il problema è che quando si vuole abortire è molto difficile trovare medici che non siano obiettori di coscienza, è difficile andare in un consultorio e non trovare un’associazione ProVita che ti dica che si sta compiendo un atto immorale o si sta compiendo un omicidio. E un problema è che manca anche l’educazione sessuale nelle scuole italiane che proprio quegli stessi movimenti ProVita cercano di osteggiare in qualunque modo. Quindi dire che si vuole rafforzare la legge 194 significa sapere che quella legge è scritta per garantire alle persone di non abortire e non il contrario. Quella legge andrebbe probabilmente rivista e rafforzata nella direzione della salute riproduttiva delle donne, del diritto di scelta. Perché di scelta in quella legge non se ne parla. Sarebbe necessario, al contrario, garantire non tanto il diritto alle donne di non abortire perché quello lo hanno già, ma il diritto alle donne ad abortire. Perché quello, invece, in Italia non è garantito. E purtroppo questo sta succedendo negli Stati Uniti, in Ungheria e in tanti Paesi nel Mondo. Anche questo è un modo per Giorgia Meloni di inserirsi in un quadro di populismo internazionale ultro-conservatore in cui si cerca di impedire in tutti i modi alle donne di abortire”.
La filosofa, scrittrice e co-fondatrice di Tlon – la casa editrice e associazione che si occupa proprio di divulgazione culturale – ritiene che Giorgia Meloni stia utilizzando la legge 194, condita da artifizi dialettici, per cercare di portare a sé parte di quell’elettorato che ancora non aveva preso posizione. In che modo? Parlando di modifiche alla norma per “dare alle donne il diritto di non abortire“, facendo leva su un tema che proprio la stessa legge garantisce già. Perché in Italia la vera questione è il diritto all’aborto che risulta essere ancora assente.