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Matteo Scapin: l’accusa di omicidio per la morte di Luca Carissimi e Matteo Ferrari

neXtQuotidiano 06/08/2019

Secondo la ricostruzione dei fatti grazie alle telecamere del comune di Azzano montate sulla provinciale Cremasca, la Mini sperona lo scooter guidato da Carissimi. I due ragazzi, sbalzati di sella, ricadono sulla carreggiata, l’auto prosegue la sua corsa, non c’è frenata

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È morto anche Matteo Ferrari oltre a Luca Carissimi: entrambi erano sulla Vespa speronata sabato notte ad Azzano San Paolo dalla Mini Cooper grigia di Matteo Scapin, 33 anni, di Curno, dopo una lite in discoteca che costa  un’accusa pesante all’investitore, ovvero duplice omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

Matteo Scapin: l’accusa di omicidio per la morte di Luca Carissimi e Matteo Ferrari

Secondo la ricostruzione dei fatti grazie alle telecamere del comune di Azzano montate sulla provinciale Cremasca, la Mini sperona lo scooter guidato da Carissimi. I due ragazzi, sbalzati di sella, ricadono sulla carreggiata, l’auto prosegue la sua corsa, non c’è frenata. E la Mini, per un attimo, sobbalza, perché passa sopra il corpo di una delle due vittime. Non si capisce ancora quale sarà la linea di difesa di Matteo Scapin:

La sua posizione è difficile, anche dopo la testimonianza fornita ai poliziotti dalla fidanzata, 23 anni, che era con lui: la ragazza, non indagata (l’ipotesi dell’omissione di soccorso è assorbita dalla contestazione di omicidio volontario all’arrestato), ha specificato che il gruppo di Carissimi aveva infranto il lunotto posteriore della Mini, durante la lite nel piazzale della discoteca. E che in quel momento Scapin si è infuriato. Una circostanza che la polizia sta verificando, ma che, anche fosse vera, non cancellerebbe la sproporzione enorme con quanto successo poco dopo: un duplice omicidio che appare lontano anche dal profilo del proprietario della Mini.

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La ricostruzione dell’omicidio di Matteo Ferrari e Luca Carissimi (Corriere della Sera, 6 agosto 2019)

A Bergamo la famiglia materna di Matteo Scapin per anni aveva gestito una notissima rivendita di elettroforniture, la Cordani, dal cognome del nonno e della mamma Cristina. Ed è in quel settore che Matteo ha continuato a lavorare con la madre. Oggi è tutto finito.

Foto copertina da: Corriere della Sera

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