Fatti
Salvini e la famosa libertà di invocare ruspe sui rom
Alessandro D'Amato 18/05/2015
Il leader della Lega su tutti i giornali pronto a invocare la soppressione della libertà di manifestazione altrui. Ma si è mai scusato per aver lanciato uova a D’Alema nel 1999, attività per la quale si è preso una condanna a 30 giorni di galera?
«Li chiamo zecche rosse? E come vuole chiamare certi parassiti della società, figli di papà che non avendo niente da fare lanciano bombe carta nelle piazze con mamme e passeggini?». «Potrei anche inaugurare una scuolamaterna o andare all’Avis, ma troverei sempre venti rompicoglioni che spesso sono figli di papà e che disturbano. Sono anche figli di magistrati, avvocati,gente con un ottimo conto in banca»: parole e musica di Matteo Salvini in due diverse interviste, a Libero e al Corriere della Sera, dove il leader della Lega diventa un alfiere della (propria) libertà di parola e intanto invoca una compressione della libertà di manifestazione altrui (intendendo di voler vietare le manifestazioni contro di lui).
MATTEO SALVINI E LA FAMOSA LIBERTÀ DI INVOCARE RUSPE SUI ROM
Da qualche giorno infatti Salvini deve aver letto qualche Bignami dell’opera di Voltaire e ha cominciato una personalissima battaglia nei confronti dei suoi contestatori e del ministero dell’Interno. Che gli ha risposto con dati e numeri, forse facendolo arrossire, visto che la campagna elettorale di Matteo Salvini costa a tutti gli italiani oltre 120mila euro di scorta e 8465 poliziotti impiegati. Lui oggi a Libero ha fatto sapere di aver appena ricevuto dall’Ufficio Complicazione Affari Semplici l’identikit psico-socio-attitudinale di chi lo contesta:
«Significa che potrei anche inaugurare una scuola materna o andare all’Avis, ma troverei sempre venti rompicoglioni che spesso sono figli di papà e che disturbano. Sono anche figli di magistrati, avvocati, gente con un ottimo conto in banca».
Come fa a saperlo?
«Alcuni li denuncio! Almeno 3 o 4 tra Umbria, Marche e Toscana. La polizia ne ha fermati di più, vedrò cosa fare. So nomi e cognomi».
Non pensa di cambiare strategia, abbassare i toni, dimenticare le ruspe?
«Nooo! Anzi,la gente mi dice di andare avanti, a Ventimiglia una signora mi ha raccontato di essere scesa in cantina per prendere l’olio e s’è ritrovata un clandestino che stava dormendo. È ora di dire basta».
E quindi chissà se Salvini, rendendosi oggi conto di quanto sia brutto essere contestati, ha deciso di chiedere scusa a Massimo D’Alema per avergli lanciato uova.
L’episodio in questione era ricordato (con un certo orgoglio) anche sulla pagina di Salvini all’interno del sito del Movimento dei Giovani Padani:
Nel 1999 denunciato, e condannato a 30 giorni, per oltraggio a pubblico ufficiale (lancio di uova a D’Alema e qualche divisa un po’ sporcata): politicamente scorretto ma ne valeva la pena.
Ma è normale, Salvini è uno che ha cambiato idea spesso nella vita. La sapete ad esempio la storia del deputato Matteo Salvini che nel 2008 vota a favore (ma senza applaudire) della ratifica del Trattato di Lisbona (assieme a tutto il gruppo della Lega Nord)? Certo, all’epoca la Lega era al Governo con Berlusconi, sicuramente sarà stata colpa di Silvio e Salvini avrebbe sicuramente votato contro.