La voce di Matteo Messina Denaro nel video del 1993

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-13

Messina Denaro è latitante da 28 anni, in questo lasso di tempo tantissimi sono stati gli arresti e i sequestri di beni e soldi per arginare la sua fuga

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È stata pubblicatodal Tg1  un video che registra la voce di Matteo Messina Denaro, l’ultimo reduce della latitanza dei boss di Cosa Nostra. Le immagini erano su una videocassetta e l’interrogatorio risale al 1993, quando il 18 marzo il boss viene interrogato sui fatti legati al processo Accardo.

Uno dei tanti omicidi di mafia nel comune di Partanna, di cui Messian Denaro era responsabile. “Senta”, chiede il pubblico ministero, “ricorda se fu sentito dalla squadra mobile di Trapani, dopo la morte di un certo Accardo Francesco da Partanna?”. “Guardi”, risponde il boss, “io, in quel periodo, ho subito decine di interrogatori per ogni omicidio che è successo”. Di li a qualche settimana sarebbe diventato latitante, qualifica che lo contraddistingue ancora oggi. Dopo 28 anni.

Le parole di Matteo Messina Denaro, pubblicato un video del 1993 in cui si dichiara innocente: Cosa Nostra e la latitanza

La cassetta era conservata nel tribunale di Marsala, dove è stata trovata grazie al lavoro dell’Associazione Antimafie Rita Atria e della testata Le Siciliane. “Sentire la voce di Matteo Messina Denaro è qualcosa di veramente importante”, ha detto al Tg1 Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia . “Nei suoi confronti le indagini, di polizia, carabinieri e Guardia di Finanza, si sviluppano da oltre un ventennio e quindi è evidente che anche loro hanno documenti comparativi anche sonori, idonei a effettuare comparazioni. Elementi di questo tipo sono quindi importanti proprio per consentire poi il confronto ogni qualvolta fosse necessario”.  De Raho ha poi ricordato il lavoro senza sosta che è stato fatto negli anni per combattere la mafia e la latitanza di Messina Denaro “Negli anni – ha ricordato de Raho – sono state arrestate centinaia di persone facenti parte della rete che ne ha favorito la latitanza e sono stati sequestrati tre miliardi di euro: lo sforzo e l’impegno che lo Stato investe per il suo arresto sono enormi, ci sono tanti filoni investigativi sviluppati dalle varie forze dell’ordine sotto il coordinamento del procuratore distrettuale di Palermo. E’ qualcosa su cui facciamo grandissimo affidamento”.

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