Lo scrittore Matteo Grimaldi vince il processo contro l’omofobo che lo definì “pervertito e contro natura”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-27

Gli insulti, sui social, nel 2018. Dopo 4 anni, l’uomo è stato condannato per diffamazione

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La giustizia trionfa, soprattutto quando a essere sconfitti sono le persone omofobe. Quei leoni da tastiera che pensando di essere protetti dallo scudo dei social e scrivono tutto quel che gli passa per la testa, sotto forma di insulto. E la vittoria dello scrittore Matteo Grimaldi è quella di tutti coloro i quali sono stati discriminati. Anche di chi non ha avuto il coraggio (ma anche le risorse economiche da utilizzare per portare avanti un processo con tanto di avvocati) di denunciare quel che avviene sui social.

Matteo Grimaldi e la condanna di un leone da tastiera omofobo

Tutto è iniziato quasi 4 anni fa, quando un utente (lo scrittore non ha fatto il suo nome, ma si è limitato a riportare le sue iniziali) ha deciso di sfogare tutto il suo odio omofobo nei confronti di Matteo Grimaldi, “reo” di aver scritto un romanzo in cui racconta la storia di una coppia di due papà alle prese con l’affido e l’adozione di un ragazzo. Un tema strettamente attuale, sia nel 2018 che oggi. Ma lì, quel signor S. B decise di insultare non solo lo scrittore, ma tutti gli omosessuali. Lo stesso Grimaldi ha voluto raccontare questa vicenda che poi si è trasformata in una querela e in un processo che si è concluso nei giorni scorsi:

“Nell’agosto del 2018 il signor S B, che fino a quel momento non conoscevo, è intervenuto nei commenti di un post sulla mia pagina e ha iniziato a insultarmi definendomi “contro natura” , “pervertito” e invitandomi esplicitamente a suicidarmi. I motivi sarebbero: l’aver scritto un romanzo per giovani lettori che racconta la vicenda dell’affido di un ragazzo a una coppia di due papà; l’avere a cuore il tema dei diritti per tutti e l’essere qui a parlarne, nel tentativo di sensibilizzare.
Credetemi, quello che mi ha fatto più male è stato leggere nei suoi commenti “fate schifo” rivolto non solo a me, ma a una intera comunità, che avrebbe la colpa di essere”.

Una serie di insulti omofobi generalizzati che convinsero Matteo Grimaldi a querelare quell’utente. E ora, 4 anni dopo, si è arrivati a sentenza. Con la condanna del leone da tastiera omofobo:

“C’è stato un processo che si è concluso dopo 4 anni, lo scorso luglio, con la sentenza. Il signor S B è stato condannato per diffamazione – ricordo ai leoni da tastiera che la diffamazione è un reato penale – e oltre alla multa, dovrà pagare le spese processuali e i danni alla mia persona”.

Una querela che ha portato a un processo e, alla fine, a una condanna. E lo stesso Grimaldi invita tutti a non voltarsi quando si subiscono insulti di qualsiasi tipo (anche online), soprattutto se di stampo omofobo:

“Ho deciso insieme all’avvocato Mammini di pagare le spese processuali di una persona diffamata che non ha la possibilità di sostenere un processo. Sono tanti coloro che subiscono l’odio e non denunciano perché non hanno la forza né il sostegno di nessuno.
E ho pensato che raccontare la mia vicenda per condividerla con quante più persone possibili possa essere d’aiuto a chi sopporta in silenzio e nel timore.
Grazie infine alle persone che mi hanno accompagnato con le loro parole fiduciose, che mi hanno dato forze e motivazioni; sono un maestro, uno scrittore, non sono abituato ai tribunali. Non è stato facile, ma era la cosa giusta.
No, sui social non si può dire tutto; no, dare del pervertito a qualcuno e invitarlo a suicidarsi non è un’opinione. Perciò pensateci bene prima di vomitare il vostro odio sugli altri perché non siamo più disposti a subire”.

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